La rivoluzione bear è andata in letargo: Les K. Wright e la cultura degli orsi gay (2° parte)

Dove eravamo rimasti...
La 1° parte dell'intervista!

Continua il nostro dialogo con il più importante studioso della cultura bear americana, Les Kirk Wright: che fine ha fatto la rivoluzione ursina?

* * *

Quello di cui abbiamo parlato nella prima parte di questa intervista è in netto contrasto con la libertà dalla bellezza che la cultura bear sembrerebbe promettere, no?

Se osservi i primi numeri della rivista Bear, non si era ancora sviluppata un'estetica così chiara e conformista. Jack Radcliffe è stato il primo a incarnare questo nuovo canone di bellezza bear. Insomma, proprio come i gay in generale si sono assoggettati personalmente e reciprocamente allo stesso sistema di bellezza che ha storicamente oppresso le donne, gli orsi hanno allegramente abbracciato le proprie icone bear, vale a dire quelle che i media ursini sono stati capaci di vendere con così grande successo.

Così oggi abbiamo i "musclebear" di serie A e l'affermazione del "fascismo del corpo". Abbiamo orsi "normali" e gradi inferiori di bellezza. Abbiamo poi l'estetica, spesso del tutto separata, dei chubby e dei loro cacciatori [si definiscono cacciatori i gay attratti dagli orsi; NdR] che identifica come oggetto erotico i maschi omosessuali che pesano tra i 130 e i 180 chili. Tutto questo si intreccia con la dinamica del pelo e con la quantità necessaria di pelo per dare la qualifica di orso. Si tratta di qualcosa di molto complesso e molto sfumato, no?

Il discorso che faccio non viene ritenuto né educato né politicamente corretto. Ma a me tutto questo ricorda il tema "fantasma" che storicamente si aggira tra gli afro-americani: quanto più hai la pelle chiara, tanto più sei desiderabile e, quindi, tanto più hai potere sociale. Più sei scuro e più sei "africano". Ancora una volta, si tratta di qualcosa di cui la maggioranza degli afro-americani è dolorosamente consapevole, ma di cui non si vorrebbe che si parlasse, soprattutto al di fuori degli ambienti neri. Il discorso è ancora più valido per l'auto-oppressione. E anche per la "libertà dalla bellezza", come la chiami tu.


Qual è il rapporto tra l'essere orso e la mascolinità?

Se usiamo la parola nella sua accezione più antica ed estesa, gli "orsi" sono uomini che mostrano i caratteri sessuali secondari dei maschi adulti: il torace ampio, la forza fisica, una quantità copiosa di peli sul corpo tipica di alcune etnie (tra gli uomini celti, mediterranei, semiti, ad esempio), la tendenza all'ingrassamento del corpo, soprattutto con l'invecchiamento.

La mascolinità porta con sé anche le implicite aspettative legate al ruolo del genere maschile, aspettative che variano da cultura a cultura. Negli Stati Uniti ci si aspetta che gli uomini non sia emotivi e persino che non siano capaci di esprimere chiaramente i propri sentimenti. Ci si aspetta che gli uomini siano facili alla violenza: una lite si risolve con una scazzottata e un intruso a casa tua lo accogli con la pistola. Gli uomini sono "fisici", fatti apposta per gli sport, per le attività all'aperto, per l'azione, non per la riflessione. Qui sto esasperando il pensiero stereotipato americano, ma sono sicuro che hai colto il punto.

A partire dal Medio Evo, e per effetto diretto dell'azione della Chiesa cattolica, l'attrazione di un uomo per un altro uomo è stata storicamente interpretata come un tutt'uno con l'effeminatezza. Non c'è alcuna correlazione "naturale" tra queste due cose, ma è una "verità" culturale di antica data...


Fatta questa importante premessa sulla mascolinità, cosa possiamo dire dunque del rapporto con la cultura bear?

Se torniamo indietro agli anni Ottanta, vediamo che i primi orsi erano spesso operai o uomini disgustati dalla cultura gay urbana, dominata dai valori della classe media, oppure provenivano dalla comunità leather o erano camionisti, cowboy, motociclisti, lavoratori edili, ecc. Abbracciarono con gioia il nuovo credo diffuso dalla rivista Bear, "la mascolinità senza fronzoli". Loro erano uomini gay "naturalmente" mascolini.

Quello che era nuovo e diverso era che gli uomini gay erano sempre stati semplicemente "gay". E, eccezion fatta per la comunità leather, non avevano sviluppato un discorso sul proprio essere "uomini".

Occorre chiarire due punti: tanto per cominciare, non tutti gli orsi, in origine, erano "naturalmente mascolini", e comunque, nella misura in cui la mascolinità è qualcosa di inerente alle aspettative sull'interpretazione in senso "attoriale" del ruolo di genere, non c'è nulla di "naturale" o inevitabile collegato di per sé alla mascolinità.

L'ipermascolinità, l'effeminatezza o la mascolinità "tipica" sono tutte quante interpretazioni, indipendentemente dal fatto che il processo di sviluppo del ruolo di genere che una persona compie per se stessa sia più o meno deliberato o inconscio. Nessun ruolo di genere è naturale né naturalmente "superiore" a un altro... E qui si entra nella questione irrisolta: natura o educazione? Ma questo è un altro discorso...


Quindi un vero orso può essere "checca"...

Dal mio intimo punto di vista, la definizione di "orso" è ancora fluida. Per me, è orso chi si auto-identifica come tale, quindi non vedo alcuna contraddizione tra l'essere orso e l'essere checca. Spesso, come stavo dicendo, la definizione che una persona dà di orso è impregnata di ciò che quella persona ritiene sessualmente desiderabile: così, qualcuno potrebbe escludere gli uomini effeminati che si auto-identificano come orsi perché quella determinata persona non è sessualmente attratta dall'effeminatezza.

Quello che trovo interessante nella domanda, è che punta dritto al "regime della mascolinità": chi cazzo sono questi uomini che stanno stabilendo chi è e chi non è mascolino, chi fa parte e chi non fa parte degli orsi? Ovviamente non ci sono squadre di polizia elette o con un mandato ufficiale. Ancora una volta, questo è tutto un altro discorso su quello che Foucalt chiamava lo "sguardo panottico". E' qualcosa di molto reale, e di onnipresente, anche se è difficile da definire in modo esplicito.


Credi che ci siano differenze tra gli orsi americani e quelli europei?

Mi sono completamente perso lo sviluppo dell'identità bear in Europa nel corso degli ultimi dieci anni. Infatti mi sono preso una pausa personale da qualsiasi cosa riguardante il mondo bear da pressappoco il 2003 fino al 2010. Così, sono come Rip Van Winkel o la Bella Addormentata nel Bosco: mi risveglio dopo un lungo sonno e mi trovo di fronte una comunità che faccio ormai fatica a riconoscere. Sto iniziando a riprendere il mio impegno, non vedo l'ora di fare nuovi studi su quello che è successo in Europa e di assumere una posizione politicamente più impegnata.

Quello che ho imparato vivendo in Germania per gran parte degli anni Settanta e impegnandomi nella politica di sinistra, potrebbe essere oggi anacronistico. Allora l'identità sociale gay era qualcosa di molto americano. Gli europei tendevano ad essere più "discreti" sulla sessualità: quello che facevi erano affari tuoi. E' stata una sciagura discutere delle proprie relazioni sessuali invece che dedicarsi ad esse, com'è successo negli Stati Uniti, con lo sforzo sbirresco di scoprire pervertiti sessuali ovunque fosse possibile e le conseguenze che ciò ha avuto sulla strategia politica di "dichiararsi" gay.


Quali sono, allora, le questioni che reputi più interessanti?

Gli orsi europei che idea hanno di se stessi? Oggigiorno la comunità ursina gay è caratterizzata da veri e propri gruppi, che esistono davvero, fisicamente? Gli uomini gay europei si sono lasciati sottomettere dagli ideali di bellezza mascolina generati dai media come hanno fatto gli uomini americani negli ultimi 30 anni?

Fino a che punto gli orsi europei feticizzano la "americanità" degli orsi americani? L'imperialismo culturale americano gay ha messo completamente radice ed oggi è completamente accettato? Gli orsi europei, o gli europei in generale, hanno abbracciato la trasformazione della società in senso capitalistico-consumista ("sei quello che consumi") tanto quanto le loro controparti americane? E' questo quello che vorrei sapere anch'io!


Little Prince(ss)

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8 commenti:

  1. Ormai sui siti per orsi ci sono solo tipi muscolosi e chubby; a chi come me ha "solo" un po' di pancia non ci caca più nessuno!

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  2. Toccherebbe fare un post a parte su tutto lo stralcio relativo a chi può decidere i facenti parti di determinate categorie...

    Io odio le categorie e le etichettature, ognuno sia libero di fare l'orso, la checca, l'orsochecca, la zebra o il bradipo!

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  3. Woof! pubblica un post molto interessante di commento all'intervista di Les K. Wright: "RicOrsi Storici - la cosiddetta disfatta dei Bears"

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  4. Anche Nuovo Mondo! apre una discussione su questi argomenti con "Mi piacciono gli efebucci. E allora?"

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  5. Bello! Mi sa che la vostra provocazione sta risvegliando l'orso dal suo letargo! Speriamo, c'è bisogno di qualcuno che si inizi a risvegliare!

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  6. Gli orsi hanno fatto la fine di tutti, da oppressi a pppressori: è davvero una tristezza!

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  7. Oppressori?! Ma se ancora molti orsi rifiutano l'ambiente a tema solo perché non capiscono che è pieno di gente magra e giovane che li adora (i cosiddetti Chasers). Insomma, vedono solo il grasso (il proprio e quello degli altri), lo demonizzano, lo rifiutano e si chiudono. Ripeto: "Oppressori"?! E i comunisti magari mangiano i bambini? Abbiamo bisogno di produrre un nuovo nemico? Che cosa sono queste estremizzazioni? Quando scrivo che lo sfogo di Les Wright, in Italia sta venendo digerito male, e sta suscitando esternazioni prive di senso, intendo anche questo.

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  8. Cara Sabrina, cerca di non vedere il mondo solo in bianco o in nero. Questo "fil rose" (bel gioco di parole, complimenti) ha la grande virtù di cogliere tutte le sfumature di un fenomeno complesso e molto più interessante di quello che sembrava a prima vista: rileggiti le interviste e pensaci!

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Il grande colibrì