Non dimenticare lo spazzolino e la carrozzina: ma chi l'ha detto che un disabile non può viaggiare?

Poche ore e tanti partiranno alla volta di montagne innevate, mercatini di Natale, città scintillanti, spiagge assolate all'altro capo del globo. C'è chi poi invece resterà a casa, perché in tempo di crisi non se ne parla proprio di spendere soldi in alberghi, treni, ristoranti e veglioni. E poi ci sono loro, le persone diversamente abili, che, poverine, devono rimanere a casa per forza: pensiamo a loro, questo Natale, alla sorte crudele che impedisce loro di raggiungere le spiagge assolate, le montagne innevate, le città e i mercatini...

Alt! Se è questo che pensate fermatevi un momento a riflettere: siete proprio sicuri che le persone disabili non possano andare in vacanza, in una piacevole, divertente e anche avventurosa vacanza? E siete sicuri che, quando davvero si parano davanti barriere insormontabili, sia tutta colpa della "sorte crudele" e non ci sia lo zampino della generale indifferenza, svogliatezza, pigrizia? Insomma: non ci stupisce più che l'essere umano viaggi nello spazio e siamo ancora a sorprenderci del fatto che una persona in carrozzina possa visitare l'Acropoli di Atene: siamo animali proprio bizzarri, senza dubbio alcuno!

E allora parliamo con Maximiliano Ulivieri, responsabile e ideatore di Diversamenteagibile.it (un bellissimo sito sul turismo accessibile), di vacanze piacevoli, divertenti, magari avventurose ma comunque accessibili per le persone diversamente abili - un argomento che dovrebbe essere talmente banale da risultare noioso e su cui invece, per colpa delle barriere architettoniche che ci intasano la mente e che ci bloccano le idee, sappiamo tutti troppo poco...

* * *

Come e con quale scopo è nato Diversamenteagibile.it?

Credo che le idee migliori spesso nascono da bisogni personali che poi rispecchiano i bisogni di molte persone con le stesse problematiche. Nello specifico io ho la distrofia muscolare fin da piccolo con conseguenza di dovermi spostare in carrozzina, questo chiaramente porta a tutte le difficoltà che ci possono essere negli spostamenti.

E’ proprio per queste difficoltà che mi sono posto il problema di quale possa essere l’aiuto migliore per me e per tutti quelli che vivono gli stessi problemi. Alla fine nei miei viaggi i suggerimenti migliori sono arrivati leggendo racconti di chi ha visitato gli stessi luoghi e questo mi ha dato l’idea di realizzare un sito dove si potesse raccogliere e condividere questi racconti aggiungendo però foto e video quando possibile, rendendo ancora più completa la quantità di dettagli sull’accessibilità del posto.


Qual è stata la risposta della rete?

La risposta della rete è stata ottima, nonostante siamo online da 1 anno abbiamo 9.000 visite al mese, 200 reportage scritti e oltre 500 commenti!


E come viene finanziato il progetto?

I finanziamenti arrivano dagli sponsor, abbiamo nomi importanti nel settore e speriamo si aggiungano altri. In più ci sono le donazioni e alcune strutture che donano una quota per la loro recensione.


Dai racconti di viaggio che avete raccolto, quale quadro viene fuori? L'Italia è un paese "diversamente agibile" o è un paese poco accessibile per il turista disabile, anche in rapporto alle altre realtà europee ed extra-europee che recensite?

Diciamo che l’Italia non primeggia purtroppo in questa ipotetica classifica, non saprei fare un elenco ben preciso ma di sicuro non è tra le prime 5 a voler esser buoni. Purtroppo, in una nazione dove per dare libertà di movimento ad ogni persona c’è bisogno di leggi che lo “ordinano”, evidentemente qualcosa non va e questo è facilmente identificabile nella mentalità, nel fattore culturale: è lì in primis che l’Italia ha delle vere barriere.

In altri paesi, come l'America - ma anche la Germania se non vogliamo andare troppo lontani - l’accessibilità è un modo di vivere e di pensare naturale: ancor prima che nelle soluzioni materiali, lo si vede dagli atteggiamenti, dagli sguardi, come può essere a Londra, o Barcellona, città modello sotto questo argomento.

Devo però constatare che negli ultimi anni almeno per le barriere materiali qualcosa sta migliorando e forse stiamo imboccando la strada giusta. Forse se verrà percorsa per molto tempo si potrà anche cambiare l’aspetto culturale, il più importante.


Per il turista diversamente abile di solito i principali problemi sono legati all'accessibilità dei mezzi di trasporto, degli alberghi, delle altre strutture turistiche (dal ristorante alla discoteca, dalla gelateria alla spiaggia) o di musei e monumenti?

Praticamente la domanda si risponde da sola! Diciamo che in generale i problemi sono in parte divisi per ogni struttura elencata. Proviamo però a sottolineare alcuni aspetti che possono differenziare le varie difficoltà...

I mezzi di trasporto in Italia sono un disastro se paragonati ad altre nazioni, per gli autobus non ne parliamo, ma anche i treni e le stazioni non sono all’avanguardia sotto questo aspetto. Manca un'opera di ammodernamento e anche nel caso in cui venga fatta non sempre significa migliorare...

Le strutture turistiche invece stanno piano piano migliorando, almeno sotto il profilo strettamente materiale; ci sarebbe ancora lavoro da fare sotto quello culturale. Sul resto: musei e monumenti sufficiente, spiagge in miglioramento, discoteche... se ne trovi una accessibile finisce sui giornali, questo la dice lunga!


Rendere accessibile alcuni monumenti richiederebbe la creazione di ascensori, scivoli, montascale, ecc... L'accessibilità, in alcuni casi, sembra entrare in contrasto con la conservazione di luoghi storici... eppure alla fine questo "contrasto di interessi" sembra alquanto enfatizzato, fino a diventare una scusa per non agire anche quando si potrebbe agire! Il vostro sito raccoglie alcune soluzioni anche ingegnose che hanno reso accessibili luoghi a prima vista inaccessibili, come l'Acropoli di Atene. Secondo lei, quali sono i casi più interessanti?

Maliziosa la domanda ma ci può essere un fondo di verità: spesso le leggi sono usate più per negare che per agevolare, soprattutto in questi contesti dove l’accessibilità sembra così improbabile. Invece, come nell’esempio citato, l’ingegno umano può essere usato anche per questo e quel che sembra impossibile lo si rende possibile.

Un esempio che può essere citato è il Sacro Monte nel Comune di Varallo, un luogo incantato e di grande impatto religioso - e questo lo renderebbe ancor più “intoccabile”... - ma grazie all’architetto Cristiana Lombardi, ai finanziamenti di Regione Piemonte, Provincia di Vercelli e Comune di Varallo, questa meraviglia è visibile e accessibile anche a disabili ed io ho avuto la fortuna di vederlo personalmente.

Credo che in ogni cosa ci voglia la misura giusta, non penso che qualcuno vorrebbe mettere uno scivolo alla scalinata di Trinità dei Monti di Piazza di Spagna a Roma, ma sicuramente ci sono luoghi dove poter intervenire senza deturpare la sua bellezza.


Tra le barriere architettoniche più difficili da superare ci sono quelle presenti nella testa delle persone. Vi sono stati segnalati, ad esempio, casi di strutture ben accessibili, ma gestite da persone con pregiudizi nei confronti delle persone diversamente abili?

Pregiudizi non molti direi, semmai ignoranza nel vero senso della parola: ignorare, non sapere. Nel senso che capita di chiamare la reception e nel chiedere particolari sull’accessibilità sentirli un po’ spaesati oppure non sapere importanti dettagli: dimensione ascensore, WC con o senza buco davanti, doccia con o senza seggiolino...

A me e mia moglie è capitato a Firenze di sentirsi dire che l’ascensore era delle dimensioni giuste per una carrozzina, arrivare lì e rendersi conto che non c’entrava neanche un passeggino! Credo ci vorrebbe veramente un corso per il personale dell’hotel per poter ricevere al meglio questo genere di clientela.


Un'ultima veloce domanda: quale consiglio si sentirebbe di dare a una persona che, a causa di una disabilità fisica, ha qualche remora a partire in vacanza? Meglio rimanere a casa (no, eh!), meglio prenotare solo dopo essersi accertati che tutto filerà liscio o meglio, a volte, rischiare un po' perché comunque ogni viaggio è un'avventura?

Semplice, chiedete prima a me! A parte questo direi che l’avventura rientra sempre nel viaggio, un po’ per tutti, per i disabili forse ancor di più. Direi piuttosto che ci sono luoghi che vale la pena visitare anche se l’accessibilità non è perfetta, bisogna se possibile adattarsi un po’... e magari utilizzare l’aiuto delle persone, dove le barriere non sono state abbattute. Non ci crederà ma la gente è spesso molto disponibile ad aiutare...


Little Prince(ss)

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3 commenti:

  1. bell'articolo! io lavoro come guida in un forte della prima guerra mondiale, una struttura certo non pensata per i diversamente abili. nonostante le tre rampe di scale però siamo sempre riusciti a far visitare tutto anche a persone in carrozzella. basta un po' di buona volontà! una volta ho guidato un gruppo di ragazzini di terza media con due di loro in carrozzella. le insegnanti erano indecise se portarli o meno nella struttura ma i ragazzi non hanno sentito ragioni. hanno trasportato i loro compagni diversamente abili dappertutto. è stato un episodio bello, che mi ha fatto capire che i cosiddetti "giovani d'oggi" sono in gamba e non certo come ce li descrive certa stampa.

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  2. Ahi Italia, paese diversamente europeo!

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  3. Mi avete dato un'ottima idea per una gita: ci vediamo tutti al sacro monte?

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Il grande colibrì