Testamento biologico, perché sottoscriverlo? La risposta di una cittadina ben informata...

Giuliana Michelini è una delle persone più esperte in Italia sul tema del testamento biologico - ed è grazie a lei che abbiamo raccolto gli interventi di Mario Riccio, il medico anestesista di Piergiorgio Welby, della costituzionalista Marilisa D'Amico e di Mina Welby. Giuliana, però, preferisce una definizione molto più modesta: "Sono una cittadina qualunque che ha sottoscritto da anni un documento recante le sue volontà in merito alle cure che vuole o non vuole le siano prestate se non sarà più cosciente (ovvero 'Direttive anticipate di trattamento')". E allora sentiamo cos'ha da dirci questa cittadina qualunque...

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Hai sottoscritto un testamento biologico?

Sì. Con il passare degli anni e delle vicende della vita si finisce per capire che la morte non è altro che una parte della vita... e se si affronta la vita, con tutti i suoi alti e bassi, non vedo perché non si debba fare i conti con la propria morte! Comunque non è facile compilare quel documento perché si tratta, alla fine dei conti, di far scorrere davanti tutta la propria vita e da questa trarre le conseguenti decisioni per la sua parte finale.


Come nasce la decisione di sottoscrivere questo documento?

Avevo deciso di sottoscrivere il testamento biologico anni fa dopo aver partecipato ad un convegno su questo tema: io sono una donna che ha sempre cercato di dare un senso alla vita, un senso che vada oltre il corpo, sino a comprendere le cose che restano negli altri anche dopo che te ne sei andata, e per questo avevo già deciso di donare gli organi e di donare alla ricerca il mio corpo dopo la morte. Ma le solite mille cose quotidiane mi avevano distratto dal sottoscrivere quel benedetto documento, che peraltro io sentivo per me di importanza vitale.


E poi?

Poi un giorno al supermercato mi è successo un fatto apparentemente banale, ma in realtà molto importante nella mia vita: il carrello della spesa, una macchia d’acqua sul pavimento, un capitombolo all’indietro in caduta libera... Stavo per battere la nuca a terra. In quel nanosecondo di caduta ho pensato solo che stavo finendo pesantemente con la testa nello scaffale delle bottiglie di vino e... oddio, vado in coma e non ho ancora firmato il mio testamento biologico!

Ho evitato la catastrofe spostando all’ultimo istante tutto il peso su un braccio ed ho salvato la testa, ma dopo pochi giorni sono andata a firmare il documento!

Come “rappresentante fiduciario”, cioè la persona che dovrà garantire che siano rispettate le mie volontà qualora non fossi più “competente”, ho nominato un amico che è anche un ottimo medico e, come sostituto, un’amica, che pure è un medico bravissimo: ad entrambi, per la fiducia e l’affetto che mi lega a loro, ho così affidato la mia vita o meglio la parte finale della vita perché non voglio essere sottoposta a quei trattamenti sanitari che abbiano come sola finalità di “prolungare il mio morire”.

Io non ho parenti stretti e, senza la possibilità di delegare ad altri le mie volontà per quanto riguarda le cure che voglio mi siano prestate o evitate, mi sentirei completamente abbandonata in mani ignote, che non conoscono me e la mia vita, e terribilmente sola. Per questo, dopo aver firmato il documento recante il mio testamento biologico, ho sentito un senso di pace.


E' davvero così importante il testamento biologico, nella vita di una persona?

Sì! Io sono convinta che dare a ciascuno la possibilità di scegliere se sottoporsi o meno ai trattamenti sanitari in tutte le varie vicende della vita sia un atto di democrazia e di rispetto della libertà di ognuno e come tale è stato previsto dalla nostra carta costituzionale all’articolo 32.


Eppure molti non la pensano così, forse anche perché si fa confusione con l'eutanasia...

Infatti va subito sgombrato il campo da fraintendimenti: il testamento biologico trova la sua base di partenza dal “consenso informato” e non mira certo all’eutanasia, che è pratica ben diversa come è riconosciuto dai più. Anche Giovanni Paolo II scelse di non essere attaccato alle macchine in scienza e coscienza: non vedo cosa possa essere d’ostacolo se questo rifiuto viene espresso in un documento ed è un “fiduciario” a chiedere che vengano rispettate le mie volontà!

Siamo spesso tratti in inganno dalle serie televisive, che raccontano la sanità di altri paesi e si soffermano sul rispetto delle volontà del paziente per quanto attiene i trattamenti sanitari: ecco, l’Italia invece è l’unico paese in Europa che non rispetta la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e la Convenzione di Oviedo su questo punto... per cui qui quello che è normalmente praticato altrove, in Italia è pura fiction!


Cosa ne pensi del ddl Calabrò in discussione alla Camera?

A mio parere, le sentenze che negli ultimi anni hanno deciso nei vari gradi di giudizio, cui si è aggiunta anche una pronuncia della Consulta, delle vicende Englaro e Riccio hanno dato un’interpretazione corretta ed esaustiva del dettato costituzionale, che resta la summa dei principi che hanno regolato e regolano il vivere civile nel nostro Paese.

Il decreto Calabrò compie invece un completo stravolgimento di detti principi perché, pur sotto il titolo ingannevole di “Dichiarazioni anticipate di trattamento”, in realtà propone un percorso burocratico ed autoritario che ne vanifica il senso di espressione della libertà di cura dell’individuo.

Se si leggono i vari articoli di questa proposta di legge colpisce anche un profano sentir definire un atto consapevole di volontà “orientamento” e cogliere che in realtà rimane al medico la possibilità della scelta definitiva dei trattamenti da effettuare sul paziente. Insomma viene cancellato a piè pari il principio, che ritenevamo ormai consolidato, della "autodeterminazione”.


Un'ottima notizia per i "pro-life", no?

Non è un'ottima notizia neppure per loro, in realtà. Il medico - lo ricordino i sostenitori di questa proposta di legge! - avrà anche l’autorità di sospendere un trattamento troppo costoso per essere praticato, ad esempio, su un anziano che pure ha espresso la volontà di essere curato sino alla fine: con i tagli alla sanità che incombono, il rischio non è marginale!

Che dire poi della mancanza di rispetto della volontà del popolo italiano che, secondo le rilevazioni dell’Eurispes, nella misura del 77% chiede che vengano seguite le dichiarazioni in merito alla libertà del singolo di sottoporsi o meno ai trattamenti sanitari?!


Insomma, nessuna buona notizia per nessuno... Non ci sono speranze?

Rimane la speranza che questa proposta di legge, peraltro già definita incostituzionale da molti costituzionalisti, venga cassata in parlamento o che comunque una classe medica preparata ed attenta agli attuali orientamenti della medicina, in particolare all’importanza dell’attuazione di una vera ”alleanza terapeutica“ tra medico e paziente, riesca rispettare la libertà di scelta delle cure assicurando la dignità al malato nelle sue scelte di vita...


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* Testamento biologico: gli aspetti pratici e legali spiegati da Giuliana Michelini

2 commenti:

  1. Grazie a questo blog ho avuto il piacere di conoscere questa attivista, sempre molto chiara e precisa: dovrebbero mandare "sconosciute" come lei nei dibattiti in tv e non i soliti zoticoni che vediamo ogni sera!
    V.C.

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  2. @ V.C.: Eh sì, Giuliana è davvero unica e preziosa!

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