Cacciata dall'asilo. Dalle suore e dallo Stato. Succede a Nuoro a una "bimba" di 24 anni

Alessandra ha 24 anni, ma vorrebbe tornare all'asilo nido. E' una ragazza sorda, muta, cieca. E con un corpo e una mente da bambina di cinque anni. Una vita difficile la sua, come quella dei genitori, un camionista e una casalinga con quattro altri figli, oltre ad Alessandra.

Alessandra ha davvero bisogno di frequentare l'asilo. E infatti da due anni era iscritta ad una scuola materna della sua città, Nuoro. Non è stato facile trovare qualcuno che la ospitasse: per gli asili pubblici Alessandra è troppo grande. Dopo tante risposte negative, finalmente nel 2006 i genitori della ragazza hanno trovato la disponibilità di una scuola cattolica gestita da suore.

Ma quest'anno le suore non vogliono più Alessandra. "Non ci sarebbero spazi adatti alle sue esigenze", raccontano, anche se fino a poco tempo fa quegli stessi spazi erano stati giudicati perfettamente adeguati e in quegli stessi spazi Alessandra aveva fatto incredibili progressi, grazie alla possibilità di stare a contatto con gli altri bambini [Unione Sarda].

Ora mi aspetto che lo stuolo di monsignori che ogni giorno gridano che Eluana Englaro deve continuare a vegetare anche se lei stessa aveva affermato di non volerlo fare e che ogni giorno invocano l'amorevole cura per ogni ammalato (anche per chi quella cura non la vuole!). Mi aspetto che quello stuolo di monsignori vadano in pellegrinaggio a Nuoro per convincere le suore a riprendere Alessandra nella propria struttura. Perché Alessandra, a differenza di Eluana, vive e può fare grandi progressi...

Ma ho aspettative molto più forti nei confronti delle autorità repubblicane. Perché in fondo, da cittadino, devo chiedere attenzione per Alessandra non alle autorità ecclesiastiche, ma a quelle repubblicane. Le quali hanno il dovere di rispettare la Costituzione, compreso l'articolo 32. I cui due commi sembrano scritti apposta rispettivamente per Alessandra e per Eluana:

"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
"

Little Prince(ss)

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12 commenti:

  1. Ottimo articolo, sono perfettamente d'accordo. Da una parte le suore mi lasciano un po' perplesso; ma come, ieri andava bene e oggi no? D'altronde capisco le difficoltà a cui vanno incontro e capisco anche che alla luce dei due anni trascorsi possano essere arrivati alla conclusione di non riuscire più a tenerla, o di non avere i mezzi adatti...

    Quello che invece mi rammarica profondamente è l'asilo pubblico: penso che sia un dovere dello stato (a differenza della Chiesa) far fronte a un bisogno di un cittadino, e solo in Italia si poteva dare come giustificazione "è troppo grande"! Che vergogna per il nostro paese...

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  2. mi fa piacere che si da attenzioni a questi neccessita in un mondo cosi all'avaquardia si deve ancora leggere queste vergogne ,si parla tanto di aiuti ma chi sofrre rimane sempre solo.

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  3. Non so chi mi fa più schifo: le suore che predicano bene e razzolano male, le autorità pubblihe che se ne sbattono, l'infomrazione che se ne sbatte ancora di più! Nessuno (a parte te!) ha dato importanza a questa notizia! Grazie per averla pubblicata e vergogna a tutti gli altri! E ottimo anche il collegamento con la vicenda di Eluana, fa rifletetre

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  4. Il giornale dice "con alcune motivazioni" è stata respinta. Ma possibile che non si possa mai sentire l'altra campana, quella delle suore in questo caso? Magari ci sono motivi validi, magari no, ma ascoltiamole. Poi giudichiamo.

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  5. Purtroppo capisco fin troppo bene la situazione. Ho un fratello di 7 anni, disabile al 100% per un leggero ritardo mentale e un problema di iperattività. Niente che non si possa gestire, considerato che io lo faccio senza alcun problema da quando è nato, cioè da quando avevo 14 anni. 14 anni, nessuna preparazione pedagogica, nessuna laurea, niente di niente, solo tanto affetto e pazienza. peccato che questi pochi requisiti, corredati per altro da diplomi e lauree, non siano bastati per la scuola materna in cui era iscritto mio fratello, a Campomorone nella provincia di Genova. Sono stati tre anni in cui mio fratello è stato bollato e lasciato in un angolo come un appestato. Le stesse maestre hanno montato i bambini contro di lui, incitandoli a emarginarlo e ad averne paura. Sarebbero dovuti essere 3 anni proficui per mio fratello, a contatto con i bambinie invece sono stati 3 anni di dolore e rabbia per noi. Inutili le richieste per un aiuto concreto, tanto all'asilo quanto al Sindaco. Maledico con tutta me stessa queste persone che non sono degne di essere chiamate tali, e spero che possano provare sulla loro pelle trovarsi in questa situazione. Grazie al cielo, ora abbiamo un vero e solido aiuto da parte della scuola elementare. Grazie alla loro totale comprensione mio fratello è molto migliorato, va bene a scuola, non ha più scatti d'ira, ed è estemamente ben voluto tanto dagli insegnanti quanto soprattutto dai suoi compagni, che lo adorano. Auguro con tutto il cuore ad Alessandra un finale altrettanto felice e carico di speranza come il nostro.

    Vanessa

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  6. @ Marko:
    Certo, le suore avranno le loro ragioni, ci mancherebbe. Mi chiedo solo perché per mantenere in stato vegetativo una ragazza contro la sua volontà (ripeto: contro la sua volontà!) si chieda di fare di tutto di più e di andare contro il naturale corso delle cose (contro la sua volontà!), mentre per una ragazza che potrebbe vivere davvero meglio "non ci sarebbero spazi adatti"...
    E il problema non è neppure qui.
    Il problema è che le gerarchie vaticane si sono mobilitate a tutti i livelli per trovare un posto dove ospitare Eluana Englaro, mentre nessuno ha detto mezza parola per Alessandra. Evidentemente si muovono solo in base a convenienze politiche e mediatiche...

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  7. @ Vanessa:
    La storia di tuo fratello dimostra come, troppo spesso, il vero handicap sia quello della società, delle istituzioni e del pensiero comune e non quello delle persone diversamente abili.
    Un paese che non offre la possibilità di vivere pienamente a tutti, comprese le persone diversamente abili (che POSSONO davvero vivere pienamente, grazie a nuove tecnologie e soprattutto a strutture sociali adeguate), non è né civile né democratico.
    E, sia ben chiaro, il riferimento non è rivolto solo all'Italia!

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  8. Tutto in una scuola materna è a misura di bambino dal bagno con i servizi igienici, ai mobili ai giocattoli. E gestire una "bambina" nella mente ma di 24 anni non è fisicamente agevole. Per queste persone ci deve essere aulcos'altro di più specifico per le loro necessità dove poterle aiutare. Non vorrei, come spesso accade, che sia un modo per i genitori di parcheggiarla da qualche parte.

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  9. @ Max Tooney:
    Come precisato dall'articolo e anche nel post, Alessandra non ha solo una mente da bambina, ma anche un corpo. Nell'asilo nido, sino ad ora, si è trovata molto bene, anzi ha avuto enormi progressi...
    Il meglio sarebbe poi di affiancarle anche personale e attrezzature specifiche per lei, se i medici dovessero ritenerlo utile.
    I genitori la vogliono parcheggiare lì? Beh, se la mettiamo così, tutti i genitori che scelgono di mandare alla scuola materna i figli li vogliono parcheggiare (sì, magari un altro verbo sarebbe preferibile..). Gli asili nido servono proprio a questo. E allora, siamo a favore dell'eliminazione degli asili nido? E se non lo siamo, perché sarebbe giusto "parcheggiare" gli altri bambini e non Alessandra?

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  10. Sono un amico di famiglia di Alessandra,si ha 24 anni ma ne dimostra 5 anche fisicamente( peso e statura)Se qualcuno entrava nella classe di Ale non si rendeva conto della sua"diversità"se non per il fatto che non vede,non cammina e non parla.Inoltre Ale ha una sua insegnante personale pagata dai genitori e anche la retta scolastica veniva versata interamente.A lei serve solo un posto con dei bambini dove poter giocare con loro e sentirli!!!!

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  11. @ Anonimo:
    La tua testimonianza diretta spazza via tante insinuazioni campate in aria, spesso offensive. Non capisco perché persone che non conoscono né Alessandra né la sua famiglia debbano sforzarsi così tanto per inventarsi le peggiori nefandezze ("Alessandra sarà violenta", "I genitori si vorranno sbarazzare di lei", ecc...), quando la vera nefandezza è quella delle istituzioni (pubbliche e cattoliche) che la abbandonano.

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  12. Le suore? Bah....
    Maria (nome di fantasia) , quattro anni, bambina vivace, frequenta la scuola materna o sarebbe più esatto dire che frequentava, da un mese infatti è stata allontanata dalla scuola perchè troppo vivace per i gusti delle insegnanti, è vero molte volte se le è date con i compagni di classe ma è pur vero che molte volte le ha prese e forse noi genitori non abbiamo fatto pesare il fatto che le avesse prese da qualche compagno di classe.....cosa che però hanno fatto gli altri, il risultato è che ora Maria passa le giornate sola come un cane, spesso ci chiede quando potrà tornare a scuola a giocare con i suoi amici e noi ci sentiamo male perche’ non sappiamo cosa risponderle. In una scuola che fa di tutto per aiutare quei bambini che tirano i banchi e menano alle insegnanti, ci chiediamo se questa non sia pura violenza nei confronti di una bambina di quattro anni che ha commesso il grave errore di non ascoltare le maestre e di azzuffarsi con i compagni di scuola, tutto questo accade in una scuola gestita da suore.
    Siamo disperati e non sappiamo a chi rivolgerci, sul web si parla solo di pedofilia, è certamente una cosa spregevole per la quale bisogna mettere tutto l'impegno nel combatterla, ma alle vittime di questi soprusi minori ci pensa qualcuno?
    Scusate lo sfogo, ma dopo quaranta giorni che vedo mia figlia scacciata da scuola e mia moglie che si sta ammalando di nervi ho sentito il bisogno di far sapere a qualcuno che purtroppo nella civile e cattolicissima Italia del terzo millennio succedono ancora queste cose.
    C’è qualcuno che può aiutarmi a far tornare mia figlia a scuola?

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Il grande colibrì