Ci vuole coraggio a parlare pubblicamente dell'omosessualità propria o dei propri cari in un paese musulmano, anche nella contradditoria Indonesia. Siamo lontani dalla pena di morte iraniana, dalla prigionia algerina o dalla condanna ai lavori forzati della Guinea Bissau, ma comunque anche qui la società discrimina e non è facile trovare casa e lavoro. Molti genitori, poi, hanno reazioni decisamente più negative di Prita di fronte al coming out dei figli. Essere transgender è anche più difficile: non ci si può nascondere e nel 70 per cento dei casi si finisce per ricorrere alla prostituzione per sopravvivere.
Nel 2007 è stata rigettata la proposta di legge che avrebbe voluto punire su tutto il territorio nazionale i rapporti anali (gay ed etero) con 12 anni di carcere, ma la provincia di Aceh (quasi 4 milioni di abitanti) aveva ottenuto già nel 2002 il diritto di introdurre la Sharia (legge islamica) e, di conseguenza, di punire gli omosessuali di religione musulmana con la prigionia. Anche nella metropoli di Palembang (1,5 milioni di abitanti) gli omosessuali rischiano carcere e multe, mentre le transessuali sono per legge identificate come prostitute. Nell'isola di Batam (quasi 1 milione di abitanti) le associazioni *qtlgb sono bandite.
Ma il pericolo maggiore arriva dalla legge nazionale sulla pornografia e sulla "pornoazione" (neologismo per indicare ogni comportamento tendente al porno) varata nell'ottobre del 2008. Le norma proibisce il possesso e la distribuzione di materiale pornografico e tendente alla pornografia, specialmente ove si rappresentino rapporti sessuali deviati (ovvero, afferma la legge, oltre a zoofilia e necrofilia, anche sesso anale e orale e tutta la sessualità gay e lesbica). Ogni attivista *qtlgb - come ogni educatore sulle malattie sessualmente trasmissibili, ogni ballerina, tanti artisti e alcune minoranze culturali, come le tribù della Papuasia, che vestono tradizionalmente abiti estremamente succinti - rischia fino a 12 anni di carcere o multe superiori al mezzo milione di dollari.
La situazione indonesiana, in questo come in tanti altri campi, appare però molto più complessa e ricca di chiaroscuri di quanto possa apparire a prima vista. Non ci si vuole consolare con qualche contentino, ma piuttosto superare facili schematismi mentali per capire meglio questo paese di 222 milioni di abitanti e, magari, per affrontare con più chiarezza il difficile rapporto tra omosessualità e Islam.
In Indonesia esistono due dozzine di associazioni *qlgbt, che raccolgono numerosi iscritti, e una ventina di community web. Bisogna prestare grandissima attenzione a non incorrere nelle sanzioni previste dalla legge sulla pornografia, ma si possono organizzare eventi sull'omosessualità e sull'omofobia, che ottengono qualche risalto sui media nazionali (più che in Italia, a dirla tutta...). Non pochi personaggi del mondo dello spettacolo sono notoriamente omosessuali. E la legge sulla pornografia è stata sì approvata, ma con una fortissima opposizione politica e sociale, anche da parte dei cristiani, i quali temono si tratti di un primo passo verso la "talebanizzazione" del paese.
Vedremo dove andrà a finire l'Indonesia, terra a cui non pensiamo mai nonostante sia il più popoloso Stato islamico del mondo...
Little Prince(ss)
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fu il libertinismo, e non come si crede l'illuminismo a sconfiggere l'ancien regime ipocrita, polveroso, ossessionato dal demonio e da roghi e tenaglie per esorcizzarlo.
RispondiEliminafu de sade a far assaltare la bastiglia, non voltaire.
senza libertinismo non ci si libera, e credo che se anzichè esportare cannoni, nell'islam esportassimo la libertà sessuale, bin laden e i 40 cialtroni spirerebbero come neve al sole.
ma dillo a obama...
la nostra speranza è berlusconi, lui sì che sa trasmettere certi valori...
ps. per gli appassionati di stria: pochi ricordano che sade, rinchiuso alla bastiglia per orgie e tentativo di omicidio di prostitute (cui in realtà aveva solo somministrato degli afrodisiaci e droghe)fece un tale casino, urlando ai rivoluzionari che lì i prigionieri il re li faceva torturare, che i citoyen assaltarono il carcere lo rasero al suolo uccidendo decine di guardie e liberarono sade e i prigionieri...
RispondiEliminanel casino sade ci rimise parecchi manoscritti, dispersi e bruciati.
era il 14 luglio 1789...
Provocazione
RispondiElimina@ Moralmente integro:
RispondiEliminaLa provocazione sarebbe, in parole semplici: visto che siete d'accordo con il diritto d'aborto, quando si deciderà di abortire un feto che diventerà persona omosessuale dovrete starvene zitti.
A parte il fatto che in questo modo riconosci una causa del tutto genetica all'orientamento sessuale umano - e in questo caso mi sfugge come un fatto genetico possa essere innaturale e moralmente disordinato -, ti inviterei a ragionare oltre gli schematismi da asilo infantile.
Pensi davvero che le persone laiche difendano il diritto all'aborto eugenetico? Pensi davvero che le persone laiche stappino bottiglie di spumante per festeggiare un aborto?
Medita invece su un "pubblicano" che, come un qualunque fariseo, si definisce "moralmente integro" (peccato di superbia?) e presenta questa "provocazione" come giustificazione al ricorso alla discriminazione e alla prigionia (magari anche alla pena di morte?) per gli omosessuali.
"Mes dames et messieurs, la cultura occidentale è servita!"
RispondiEliminaEcco il meglio dei valori che possiamo contrapporre alla cultura islamica: de Sade e i transessuali... oltre alle bombe, naturalmente.
Tutte espressioni di morte, o comunque di non-vita.
Amarezza e disgusto.
Ho pubblicato un link sul mio blog che pubblica uno scritto davvero orrendo e particolarmente omofobo!
RispondiEliminaLo trovate qui:
www.dariotubiana.blogspot.com