Bruce LaBruce: fare porno contro l'oppressione - La rivoluzione è la mia porno star (1° parte)

Qual è la differenza tra un film porno e un manifesto politico? Nessuno, quando dietro la cinepresa c’è un genio come Bruce LaBruce. Pornografia, sessualità, politica, morale e immoralità si intrecciano continuamente nell’opera di questo artista gay canadese dai mille volti (regista, attore, fotografo, scrittore, giornalista…) e non per descrivere scandaletti da periferia dell’impero (leggeremo l’opinione di LaBruce sui festini di Berlusconi nella seconda parte dell’intervista), ma per delineare un modo nuovo, più libero, gioioso e rispettoso, di strutturare il sesso e la società.

Film come “Otto; or Up With Dead People” o “The Raspberry Reich”, popolati da punk, marchette, zombie e terroristi che proclamano che “La rivoluzione è il mio ragazzo! o che invitano a raggiungere “l’intifada gay” fatta di scopate ed orge, divertono da pazzi e al tempo stesso raccontano la complessità del mondo post-moderno come pochi riescono a fare.

Per questo abbiamo deciso di intervistare LaBruce non come un semplice regista pornografico, ma come uno dei più intuitivi pensatori contemporanei. Ecco allora quello che ci ha raccontato...

* * *

Spesso si propongono riflessioni sulla differenza tra arte e pornografia. Raramente si paragonano attori porno e attori "artistici". Secondo te cosa li differenzia maggiormente?

Gli attori normali, di solito, sono semplicemente molto più convenzionali e noiosi. Sono sopravvalutati dalla società, in particolare le celebrità. La celebrità è diventata un'istituzione gonfiata e corrotta che occupa decisamente troppo spazio nella coscienza pubblica e si fa troppa strada nell'ego di attori narcisisti.


Ma quale ruolo politico e sociale - e magari rivoluzionario - possono svolgere gli attori porno?

Credo che, proprio come ha detto Godard in "Numero Deux", "le cul, c'est aussi la politique", il sesso è anche politica. Allo stesso modo potremmo dire che "le porn star, c'est aussi la politique", essere una porno star è anche politica. In altre parole, essere una porno star è qualcosa che trasgredisce alcuni tabù molto profondi che sono alla base della nostra cultura, è qualcosa che possiamo considerare come una forma di dissenso contro gli standard borghesi e convenzionali che riguardano la pratica sessuale.

Poi la pornografia è un campo molto vasto, comprende l'industria del porno e tutte i diversi generi amatoriali: non si possono dare giudizi troppo monolitici su di esso, ma io dico sempre che la pornografia può essere descritta come un'enorme inconscio sessuale collettivo in cui ogni tipo di fantasia oscura e politicamente scorretta può essere elaborato in modo sano e discreto. E allora possiamo considerare le porno star come persone al servizio della collettività!


Forse è vero in alcuni casi, per quelli che potremmo chiamare gli "artisti del porno", ma non per tutti...

Sì, le mie parole dipingono le porno star in un modo forse un po' troppo idealizzato. In effetti molte porno star non sono molto coscienti della rivolta che portano avanti - e questa non è per nulla una cosa così necessaria. E poi - questo invece è il punto davvero importante - non riescono a rendersi conto di essere sfruttate da quel sistema fortemente capitalista che le condanna dal punto di vista morale.

C'è così tanta ipocrisia nei confronti di chi realizza, come regista o come attore, film porno: la disapprovazione morale ed i giudizi di condanna arrivano proprio da quelle stesse persone che consumano pornografia per godere! In un certo senso, le porno star sono anche alcuni dei nostri martiri migliori!


I tuoi film, popolati da numerosi personaggi freak, pongono interessanti riflessioni sul legame tra erotismo, libertà sessuale, normalità e anormalità...

Sì, molti dei personaggi dei miei film hanno una sessualità eccessiva ed eccentrica: hanno feticismi estremi, commettono crimini sessuali (stuprano, compiono atti osceni in luogo pubblico, si prostituiscono, ecc...) o sono rivoluzionari sessuali.

Il capitalismo avanzato spende un sacco di tempo a distrarre le persone dai propri bisogni sessuali e sociali, da un lato stracaricandole di lavoro in occupazioni che richiedono sfacchinate inutili e sovrapproduzioni non necessarie, dall'altro trasformandole in consumatori materialisti che hanno perso il contatto con il proprio vero io. La sessualità, nelle sue espressioni di dinamismo, fissazione, rivoluzione, perversione e "criminalità", aiuta a liberare le persone dalle catene della cultura dominante - da questa "repressione da sovrapproduzione" - e permette loro di entrare in contatto con la propria essenza ed i propri desideri più intimi.


Questo vale anche per te?

Io cerco di essere il più possibile un perverso polimorfo, di vivere in uno stato di eccitazione sessuale. Ciò non significa fare sempre tanto sesso, ma semplicemente riconoscere che l'energia sessuale è energia vitale e che occorre utilizzare questo dono anche solo prendendo coscienza della sua esistenza. Anche masturbarsi o vedere porno sono mezzi semplici ma buoni per mantenere la propria libido sana e funzionante.


Little Prince(ss)
Milesmood

La seconda parte dell'intervista:
* Bruce LaBruce: i limiti al sesso e Silvio Berlusconi...

Ti interessa la pornografia? Segui questo ___fil rose___!

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2 commenti:

  1. Avrei risposto allo stesso modo, mi sento giustificato ora.
    Quasi.
    Un saluto.
    Blogger

    20 luglio 2009 23.22

    RispondiElimina
  2. intervista molto interessante... pur essendo molto interessato alla tematica sesso = rivoluzione, non ho ben compreso il nesso tra repressione capitalistica dell'individuo e repressione sessuale.
    una società sessuofoba può essere meglio asservita?
    una società sessualmente disinibita non obbedisce ai dettami libero economisti?
    fatemi e fateci capire meglio...

    25 luglio 2009 8.47

    RispondiElimina

Il grande colibrì