Dal grasso ai reni: quando il crimine trasforma il corpo umano in un supermarket

Evidentemente non uno scoop come le attività sessuali dei politici, la notizia che in Perù è stato arrestato un gruppo criminale che commercializzava grasso umano da rivendere ad aziende cosmetiche è passata in sordina. Il clan agiva secondo uno schema prestabilito, che passava dal rapimento delle persone fino all’antropofagia, secondo la tradizione del pishtaco del popolo quechua delle Ande. Per la leggenda, il pishtaco è un fattucchiere che, per far parlare gli idoli, cuoceva il grasso umano assieme a mais e oro per poi soffiarci dentro. Simbolo del male, rappresentazione del sangue reclamato dagli invasori esterni, l’evoluzione del mito ha poi trasformato la storia in realtà, con la nascita di gruppi di predoni che assaltano viandanti solitari sulle Ande per prelevarne poi, per l’appunto, il grasso da rivendere.

L’arresto di questo gruppo, in cui sono coinvolti anche due italiani ancora a piede libero, apre molti collegamenti con l’emergenza sempre più grande e invisibile del traffico degli esseri umani con scopo l’espropriazione di organi, tessuti e cellule. In questo caso, la vicenda peruviana si collega con la cornice dei crimini dei colletti bianchi, grazie alla compravendita di parti umane con aziende europee allo scopo di fabbricazione di cosmetici. Tuttavia, lo smercio mondiale di organi è fortemente intrecciato con il mondo della sanità. La forte domanda di trapianti, non sostenuta da un’altrettante offerta di donatori, ha spinto i gruppi criminali a mettere su un commercio che fa della disperazione della gente la sua forza.

Sfruttando le debolezze di chi è in lista di attesa le organizzazioni criminali hanno infatti tratto a loro vantaggio la proibizione per i donatori di vendere i propri organi. Infatti, a parte l’esempio di qualche Stato come Iran, Singapore o Giappone, è vietato trarre un vantaggio economico dalla compravendita di proprie parti anatomiche. Ad esempio, nel 1997 fu firmata la Convenzione del Consiglio d’Europa sui Diritti dell’uomo e sulla biomedicina in cui si vieta espressamente tale pratica, equiparata di fatto a una vera e propria tratta di esseri umani.

Tuttavia, l’emergenza si sta spostando. A preoccupare sempre più è il crescente numero di persone povere che, per guadagnare qualche soldo, decide di mettere in vendita parti del proprio corpo, specialmente i reni. Anche in questo caso, la presenza di organizzazioni criminali alle spalle fa sì che il processo di compravendita degli organi si svolga in modo pressoché scientifico, in cui a guadagnarci è proprio il cartello criminale che organizza la trattativa. Tramite l’azione di mediatori, in numerosi Paesi poveri, come in Brasile, Sud Africa e Sud-Est Asiatico, vengono arruolati donatori con la promessa, mai mantenuta, di alti guadagni e rischi minimi, mentre gli acquirenti vengono contattati dalle liste di attesa.

Molto spesso, si viene anche a creare un vero e proprio turismo del trapianto, in cui sono gli stessi pazienti a muoversi verso località a forte presenza di donatori. A questo scopo, vengono istituiti “pacchetti”, facilmente reperibili su siti internet specializzati, in cui si offre ogni passaggio necessario all’operazione: dal viaggio alla sistemazione, dall’organo in questione all’operazione e al trattamento post-operatorio. I prezzi possono oscillare da 70.000 a 160.000 dollari Usa. Inoltre, è molto forte la tendenza di stampo razzista degli acquirenti a diversificare l’offerta monetaria degli organi sulla base dell’etnia del donatore, così che un rene brasiliano può valere 2.000 dollari Usa a fronte dei 20.000 di un rene israeliano.

In ogni caso, diventa importante separare il traffico di organi dal traffico di esseri umani finalizzato all’espianto di organi perché quello che cambia è l’”oggetto” che viene trattato: l’organo di un donatore contro la persona viva in sé. Se è la povertà che spinge una persona a mettere in vendita un proprio organo, nella tratta di esseri umani l’espropriazione di parti del corpo umano è solo uno dei diversi obiettivi, assieme a forme di schiavismo o pornografia minorile. Proprio per questo, i bambini sono le maggiori vittime della tratta di esseri umani, anche in relazione alla rimozione degli organi.

La cronica mancanza di dati rende difficile stabilire quanto la tratta di bambini sia legata al traffico di organi. Operazioni di polizia o denunce da parte di enti locali ed internazionali hanno portato alla luce numerosi casi in cui la scomparsa di bambini era legata al successivo commercio dei loro organi. Ad esempio, in Afghanistan fu scoperto nel 2001 un traffico di bambini il cui obiettivo era l’uccisione e il prelievo degli organi; in India le numerose sparizioni di bambini dai villaggi poveri vengono spesso collegate dalle autorità locali al traffico di organi. In ogni caso, il tutto avviene sempre tra le zone più povere, in modo da non ricercare troppo l’attenzione delle polizie locali.

Inoltre, il prelievo degli organi da persone decedute ha fatto si che si venisse a creare anche un interesse verso i cadaveri, da cui è possibile espiantare di tutto: reni, cuore, polmoni, tendini d’Achille. Ad esempio, come avviene in Cina, una legge del 1984 stabilisce che dietro permesso della persona è possibile prelevare gli organi dei condannati a morte. In questo caso, i medici incaricati assistono alle deportazioni per poi procedere alla rimozione degli organi.

Infine, spesso vittime di crimini politici possono diventare obiettivi per il traffico degli organi. Questo è quanto accaduto in Albania, in cui si è scoperto un ponte commerciale con il Kosovo di organi prelevati da dissidenti politici gestito da Ramush Haradinaj con una sospetta collaborazione del Premier albanese Sali Berisha durante gli anni '90, una inchiesta che ancora non si è conclusa.

In ogni caso, nei Paesi dell’Est Europa è forte la presenza delle mafie russe nella gestione del traffico di organi e di esseri umani, proprio a conseguenza di una scarsa regolamentazione della donazione degli organi. In generale, con il crollo dell’Unione Sovietica la mafia russa ha tratto un enorme vantaggio dalle migliaia di disoccupati che si riversarono sulle strade, tanto da diventare prostitute o donatori di organi loro malgrado, operando strategicamente con Israele, Grecia, Italia e Turchia. Come denuncia Organs Watch, ONG creata per monitorare il traffico di organi nel mondo, la Moldavia è uno dei paesi che maggiormente ha subito il traffico illegale di organi, con forti conseguenze per i donatori che ricevevano lo stigma, in quanto non più ritenuti “veri uomini”.

Tuttavia, la tentazione dei soldi crea la motivazione, così da formare famiglie intere il cui unico reddito è la vendita degli organi alle organizzazioni criminali, le quali fondano così un business redditizio dato dall’unica ragione alla base: la domanda senza fine di organi e la disponibilità a pagarli. Gli acquirenti in questo caso si sentono giustificati dalla malattia e dalla paura della morte. Così, il mercato si forma indissolubile e diventa controproducente il problema solo da un punto di vista etico. Questa è la posizione di Singapore che quest’anno ha legalizzato la compravendita degli organi dopo una forte repressione nel traffico degli stessi. L’obiettivo è quello di rendere più sicure per tutti le modalità mediche di esportazione e impianto, in modo da salvaguardare il più possibile la salute sia dei donatori che dei riceventi.

Certo, il problema è enorme e tocca punti che vanno ben oltre la semplice disperazione delle persone. Tuttavia, è anche inutile lasciarsi andare a giudizi semplicistici circa l’eticità o meno della vendita degli organi, così come è controproducente assumere posizioni reazionarie, perché rischia solo di andare contro chi in tutto questo sistema rischia tutto: i donatori e chi viene rapito e ucciso. Così, mentre si discute della integrità o meno del corpo, si consuma tutto, con il sangue pronto a mischiarsi all’odore dei soldi.

Milesmood

Link per approfondire:
* Studio congiunto del Consiglio d’Europa e delle Nazioni Unite del 2009 sul traffico degli organi e la tratta di esseri umani finalizzata all’espianto di organi (in inglese)
* Intervista a Nancy Scheper-Hughes di Organs Watch (in inglese)
* Traffico di organi nell’Est Europeo (in inglese)
* Traffico di organi a Kabul. I bambini le vittime preferite
* Il traffico di organi nei Balcani e le Nazioni Unite
* India. Il commercio degli organi o gli abusi sessuali possono spiegare la scomparsa di 38 bambini (in inglese)

Leggi anche:
* "A Milano comanda la ‘Ndrangheta" di Carlucci e Caruso: siamo diventati tutti mafiosi?
* A lezione di criminalità con Loretta Napoleoni
* Traffici di droga e guerre che spuntano

3 commenti:

  1. è pazzesco soprattutto visto che praticamente non se ne parla. ci sono stati casi in brasile in cui i corpi dei bambini venivano ritrovati con un biglietto sopra che diceva "non ha sofferto" e qualche soldo addosso per il funerale. sulle ande invece i corpi dei bambini vengono svuotati e riempiti di armi. quando passano la frontiera e la polizia perquisisce li scambia per bimbi addormentati mentre la formaldeide usata per non farli andare in decomposizione inganna l'olfatto dei cani. in questo modo il traffico di armi evita i controlli perchè la polizia non "sveglia" i bambini.

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  2. esattamente come in Fight Club chissà se han preso ispirazione da lì ? MA non credo di solito la realtà supera la fantasia ...purtroppo ...

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Il grande colibrì