Libertà di religione: promossa l'America, bocciato il Medio Oriente. E l'Europa arranca...

La buona notizia è che quasi la metà degli stati del mondo pone poche o nessuna restrizione alla libertà religiosa. La cattiva notizia è che non si tratta degli stati più grandi, ma di un gruppo numeroso di stati piccoli che, tutti insieme, raccolgono appena il 15% della popolazione mondiale. Gli stati in cui le limitazioni sociali o politiche alla libertà di culto sono forti, al contrario, sono un terzo del totale, ma raccolgono ben il 70% degli esseri umani.

No, non sono dati confortanti quelli del rapporto sulle restrizioni globali alla religione del centro di ricerca Pew. Il paradiso della libertà religiosa è San Marino, uno degli stati più piccoli. Giganti come Cina e India, al contrario, appaiono come inferni. Nella cartina in alto, visibile in dimensioni più ampie con un clic, vi mostriamo una nostra sintesi visiva del rapporto, con i paesi più virtuosi (verdi), quelli con alcune limitazioni (gialli), con seri problemi di libertà di culto (arancioni) e privi di reale libertà (rossi).

Tra gli stati maggiori, il paese con minori restrizioni governative è il Giappone, quelli con minori tensioni sociali basate sulla conflittualità religiosa la Corea del Sud e Taiwan. Ma ottimi risultati si registrano anche in quasi tutti i paesi dell'America meridionale. Le maglie nere, invece, vanno all'Arabia Saudita (peggiore oppressione governativa) e all'Iraq (peggiore oppressione sociale), ma dati allarmanti, in cui governo e società si uniscono contro la libertà religiosa, accomunano molti paesi islamici (Iran, Pakistan, Afghanistan, Egitto, Sudan...). Tra i peggiori, però, figurano anche Israele e India.

La Cina ha uno dei regimi politici che più avversa la libertà di culto, nonostante un clima sociale in cui le ostilità religiose sono relativamente contenute. Al contrario, paesi come il Ghana o la Nigeria, in cui la politica pone scarse limitazioni alla libertà religiosa, sono caratterizzati da livelli alti di conflittualità religiosa.

In generale, se il Medio Oriente, ma anche, più in generale, l'Asia meridionale e l'Africa settentrionale registrano i risultati peggiori, l'America appare come il continente più libero, con le sole eccezioni di Cuba e Messico. L'Africa sub-sahariana presenta situazioni piuttosto positive (con le grandi eccezioni di Eritrea, Mauritania, Nigeria, Somalia e Ghana), mediamente migliori di quelli europei.

Un fatto sorprendente che merita qualche analisi più dettagliata. I problemi principali del Vecchio Continente non provengono tanto dagli stati dei paesi occidentali (sebbene si registrino moderate difficoltà, legate soprattutto al conflitto sociale), ma dalla Russia, dalla Bielorussia e, sorprendentemente, da ben tre stati dell'Ue: Romania, Bulgaria e Grecia. A dimostrazione che i pericoli per la libertà di religione sono sempre dietro l'angolo...

Little Prince(ss)

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Il grande colibrì