Nel Paese delle Meraviglie di Steven Miller, dove la sessualità gay conquista ogni spazio

Le associazioni mentali non sono sempre facili da seguire e da spiegare, e forse non vanno neppure sempre spiegate e seguite. Fatto sta che appena ho visto le fotografie di Steven Miller, un artista di Seattle, ho pensato, senza capire perché, ad Alice. Ma quale strano collegamento aveva fatto la mia mente sbilenca tra la bionda protagonista della fiaba e quei maschi avviluppati in baci, quegli orsi (col)legati da corde, quell'uomo che leccava l'ano ad un altro alla fermata del bus?

Poi ho visto certi bianconigli tutti presi nel fornire una "prova dell'omosessualità in natura" e mi son detto: "Ah, ecco un collegamento!". Ma è stato solo con questa intervista che finalmente ho trovato la risposta: Steven Miller abita nel Paese delle Meraviglie. Ed è in questo paese che ci porta con i suoi scatti meravigliosi, bizzarri, divertenti e sconvenienti. E allora, allacciate le cinture... e buon viaggio!

* * *

Nella serie "Reclamations" mostri alcuni baci gay in luoghi pubblici (sul bus, per strada, nei boschi...). Cosa ne pensi del fatto che a Bergamo, in Italia, è stata vietata una mostra all'aperto che raccoglieva proprio fotografie di baci gay con la motivazione che avrebbe potuto scioccare bambini e anziani? I baci gay sono davvero così scioccanti?

No, i baci gay non sono più così scioccanti, ma sono senza dubbio sgraditi. L'intimità tra omosessuali maschi sembra scatenare un sacco di reazioni da parte del grande pubblico ed è per questo che ho realizzato queste immagini. Il bacio tra due uomini era scioccante e rivoluzionario 40 anni fa, ma oggi si possono vedere baci gay in televisione senza troppe difficoltà.


Non sono neppure più rivoluzionari, quindi?

Credo che sia più rivoluzionaria l'idea che i gay non debbano più nascondere la loro intimità, il fatto che non dobbiamo più avere due vite separate, cioè una personalità pubblica identificata come etero e una vita intima privata.

Se il comportamento gay è accettato nelle aree urbane, rimane spesso la sensazione che lo spazio per essere quello che siamo ci sia solo concesso e che ci può essere tolto via se avanziamo troppe pretese. Rimangono poi tutte queste vecchie religioni ormai obsolete che ci dicono che l'omosessualità è un male, che è innaturale, ed è quasi impossibile per i gay non interiorizzare questi messaggi e nascondere quello che sono.

Così il titolo "Reclamations" dice tutto: io voglio recuperare spazi pubblici e collettivi dai loro progetti capitalistici ed eteronormativi e infondere loro con una sensibilità queer. Creare la propria realtà è qualcosa di potente e credo che sia anche la cosa che più di ogni altra sconvolge chi comanda.


Sempre in "Reclamations" rappresenti anche una scena di rimming alla fermata del bus, un uomo che si piscia addosso per strada, due orsi che scopano in ufficio... Vuoi esprimere l'urgenza di liberare la nostra sessualità?

Sì, cerco di liberare la nostra sessualità, ma anche il nostro modo di pensare a quale sia un comportamento sessualmente accettabile. Volevo vedere fino a che punto il soggetto ed io potevamo spingerci insieme, vedere se potevamo spingerci al di là dei nostri limiti e rivelare un momento reale e presente. Ecco, volevo creare qualcosa che andasse al di là della semplice fantasia sessuale.


E quali reazioni vuoi suscitare nel pubblico con queste immagini?

Spero che una parte di questa tensione raggiunga il pubblico e lo colpisca. Mi piace quando la gente ride davanti al mio lavoro o rimane un po' a disagio. Mi piace anche quando pensano che sia incredibile che abbiamo fatto queste cose in pubblico. Il messaggio è proprio questo: "Noi lo abbiamo fatto e puoi farlo anche tu".


Nella serie "Dirt Wedding" un uomo si sposa con una montagnetta di terriccio [in inglese "dirt" significa sia "terriccio" che "sporcizia"; NdR]...

Ho letto "Il briccone fa il mondo: Malizia, mito e arte" di Lewis Hyde, dove si parla di cosa significa essere sporchi ("dirty"). Per esempio, un uovo sul piatto è cibo, ma un uovo in faccia è sporcizia ("dirt")... eppure è sempre un uovo!

Credo che la stessa cosa si applichi al matrimonio: il matrimonio gay è così inutilmente controverso che ho pensato di affrontare la questione dal punto di vista del briccone. Se sposare un altro uomo è disgustoso, che dire dello sposarsi con un mucchio di terriccio ("dirt"), e, oltretutto, con un mucchio di terriccio che sembra un blocco di merda? E cosa sarebbe successo se avessi invitato tutti i miei amici a celebrare il mio matrimonio eretico?

Il mucchio di terriccio era una metafora per indicare il mio compagno di allora - lui non era molto contento di essere comparato ad una merda gigante, ma comprese il mio punto di vista... - e ho avuto modo di dar vita ad un rito in cui tutti i presenti hanno celebrato e riconosciuto il mio amore per chiunque o per qualunque cosa io volessi.

Ripeto, da un punto di vista intellettuale, la quantità di vetriolo diretta ai gay (descritti come la fine del mondo, una minaccia a Dio o altre cose del genere...) è una cosa così stupida! Ha tanto senso quanto il mio matrimonio dadaista. Lasciatemi amare chi voglio io e lasciateci in pace: è questo quello che volevo esprimere.


In "Milky" ritrai uomini sotto una doccia di latte: sono immagini che richiamano le scene di bukkake...

Sì, ho adottato volutamente uno stile da bukkake. Le foto hanno ovviamente una carica sessuale e quando il latte colpisce i corpi diventa una metafora della piccola morte, del momento in cui perdiamo la percezione di noi stessi e diventiamo un tutt'uno con il nostro partner o ci proiettiamo fuori dalla nostra normale realtà in uno stato di estasi. Dal momento che lo sfondo era bianco, il latte versato ha rivelato solo una parte dei volti e in questo modo si è fuso con qualcosa di più grande.


Secondo te, quali sono le principali differenze, se ce ne sono, tra arte erotica e pornografia?

La pornografia esiste solo per eccitare lo spettatore e non offre nulla di più che il sollecitare alcune fantasie. L'arte erotica, quando funziona, ti fa fermare un attimo: sì, è provocante ed eccitante, ma ti lascia un po' perplesso e, si spera, ti porta a chiederti perché la trovi eccitante. Nel mio caso, cerco di introdurre l'umorismo negli scenari che creo per portare la mia arte fuori dall'essere considerata solo come erotica o pornografica.


Little Prince(ss)

Ti interessa l'arte erotica? Segui questo ___fil rose___!

Leggi anche:
* Gli autoscatti di Sylvain Norget: il pudore non c'è più (e il messaggio non c'è mai stato...)
* Una risata vi ecciterà: i mille colori della gayezza nelle divertenti foto erotiche di Karim Konrad
* Il sesso gay svelato senza ipocrisie: l'erotismo schietto delle fotografie di Luigi y Luca

2 commenti:

  1. Sono dell'idea che meno si vede,in un video o in una semplice fotografia,e più si può assaporare sia l'arte o l'eventuale eccitazione.

    L'arte in qualsiasi momento della nostra vita è una dote innata,viene sviluppata e trionfa con la volontà e lo studio,mentre il fascino "artistico" è sufficiente anche nel semplice sguardo.

    Sono per le dimostrazioni soft,e non per moralismo o altro motivo,solo per il buon gusto.

    Grazie del commento su Freedom

    && S.I. &&

    RispondiElimina
  2. Mah, mi sembra che arte e buon gusto non abbiano nulla a che fare con queste opere: qui vedo solo provocazione, tanto già visto, e tanta compiacenza gay che ormai fa cheap.

    RispondiElimina

Il grande colibrì