Il "dettaglio" su cui più si sorvola è il fatto che la presunta "politica estera berlusconiana" (chiamata anche "diplomazia degli affari") nei confronti della Libia abbia, temo, ben poco di berlusconiano. Si tratta piuttosto di una politica nazionale, promossa con entusiasmo e convinzione dalla gran parte delle forze politiche e industriali italiane, semplicemente declinata in chiave berlusconiana. Per dirla in parole povere: Berlusconi ha aggiunto il baciamano e qualche altra "guasconata", qualche barzelletta e qualche consiglio sul Bunga Bunga, ma il cuore della politica estera italiana verso la Libia è rimasto sostanzialmente inalterato.
Per evitare che le nostre riflessioni, applicabili a buona parte di ciò che stanno scrivendo e dicendo molti uomini e molte donne della sinistra italiana, rimangano troppo sul vago, partiamo da un discorso concreto, fissato nero su bianco, e prendiamo come esempio un post di Sciltian Gastaldi su Anellidifum0 - e lo facciamo proprio perché lo riteniamo uno scrittore e un blogger di valore, tanto da segnalarlo nel nostro blogroll e da averlo intervistato in passato.
Premetto che provo una sincera invidia per la sicurezza con cui giustifica e invoca i bombardamenti contro le truppe gheddafiane, mentre io, al contrario, provo sgomento davanti a quelle bombe, esattamente come provavo sgomento di fronte all'abbandono della popolazione libica da parte della comunità internazionale e sono qui a barcamenarmi tra dubbi e incertezze. Invidia a parte, non capisco come le sue riflessioni critiche possano soffermarsi solo ed esclusivamente sulla Lega Nord e, in misura minore, su Silvio il guascone.
Sciltian dimentica che tutti i recenti governi italiani, qualsiasi sia stato il loro colore politico, sono stati sempre in prima fila nello sdoganare, finanziare e armare Gheddafi? Dimentica i salamelecchi e le visite in tenda dei vari Prodi, D'Alema & Co.? Dimentica che a votare in Parlamento i trattati di amicizia con il dittatore non sono stati solo il PdL e la Lega? No, non dimentica. Però, nota, c'è modo e modo di essere amici di un dittatore: "Lo si può portare a Bruxelles oppure gli si possono baciare le mani in visita di Stato a Roma".
Io purtroppo sospetto che un baciamano sia solo un minuscolo dettaglio all'interno di un immenso sistema politico, finanziario, industriale e militare mobilitato per sostenere e rafforzare un dittatore. Lo scambio di guasconate dovrebbe essere solo un elemento di folklore in mezzo allo scambio tra il petrolio e il controllo su ampi settori dell'economia nazionale, allo scambio tra armi e mezzi militari e "politiche di sicurezza" (rassicurante eufemismo con cui si indica la delega italiana verso Gheddafi per deportare, opprimere e spesso sopprimere migliaia di persone sgradite nel nostro paese).
"Ma la politica", dice ancora Sciltian, "è anche l’arte del reale. Se Gheddafi, in un modo o nell’altro, comanda nello stato africano più ricco e più carico di petrolio, a cento chilometri dalle coste siciliane, qualunque governo italiano non può far altro che non essergli ostile". Qui mi permetto di avanzare due obiezioni.
La prima riguarda proprio in concetto di "arte del reale", espressione con cui vedo giustificate troppe nefandezze per risultarmi simpatica. Simpatia o meno, il vero problema è questo: che cos'è il reale? Quello che in tv ci danno l'autorizzazione di fare e di pensare? O la realtà che potremmo, se lo vogliamo, realizzare?
E' importante scegliere una di queste due opzioni, perché allora potremo capire se è davvero inevitabile finanziare e armare i dittatori, così come eliminare il diritto di scioperare e di ammalarsi, sbattere i disabili fuori dai posti di lavoro o vietare il matrimonio gay, con lo stato più ricco e cattolico del mondo a zero chilometri dalla capitale italiana...
La seconda obiezione è questa: cosa è cambiato per passare, nel giro di pochi giorni, dalla Realpolitik di ieri che avrebbe imposto cortesi visite alla tenda di Gheddafi e scambi affaristici e militari alla Realpolitik di oggi che imporrebbe scortesi bombe sul bunker di Gheddafi e trattati di amicizia stracciati? Oggi il dittatore libico ha fatto un numero imprecisabile di morti civili (morti vergognosamente nascoste dalla propaganda di regime e vergognosamente inventate dalla propaganda di opposizione) e per questo Sciltian lo avrebbe bombardato "il giorno dopo i suoi bombardamenti sulla popolazione civile".
Tutto vero (anche se, per colpa della disinformazione di guerra già ricordata, sfuggono del tutto le reali proporzioni). Peccato che negli ultimi anni molte più persone siano state deportate, torturate e portate, direttamente o indirettamente, alla morte, con il sostegno politico e i mezzi materiali forniti dai nostri governi. Nel sostanziale silenzio di buona parte della politica e della cultura (anche di sinistra...) del nostro paese. Beh, erano "clandestini", roba di scarso valore e di scarsa attrattiva...
Faccio solo un esempio. Quando, con Gruppo EveryOne, abbiamo lanciato un appello per salvare più di 200 immigrati eritrei deportati, torturati e rinchiusi in lager nel deserto, abbiamo sollecitato i politici italiani e i politici italiani hanno scelto un silenzio bipartisan, rotto solo dai Radicali e da Luigi De Magistris. Abbiamo sollecitato i blogger italiani e i blogger italiani hanno a volte aderito e a volte cestinato le nostre mail. Abbiamo sollecitato le istituzioni europee, apparentemente irraggiungibili, e le istituzioni europee si sono attivate. Non mi sembra una fotografia molto confortante per il nostro paese...
Sciltian, come dicevamo, è un bravo scrittore e un bravo blogger. Spiace quasi averlo preso come punto di riferimento per osservazioni che potremmo destinare a larga parte del discorso auto-assolutorio della sinistra italiana sulla Libia, ma "la leale collaborazione vuol dire essere sinceri e guardarsi in faccia anche se non si ottiene sempre il consenso, ma si cerca la riflessione comune", come disse l'avvocato Massimo Clara discutendo di matrimonio omosessuale davanti alla Corte Costituzionale, in occasione di quella sentenza di cui parlammo proprio con Sciltian.
Il punto è che se la classe dirigente, politica e intellettuale, della sinistra italiana non sarà in grado di fare una profonda autocritica, non riacquisterà mai credibilità e autorevolezza nel criticare giustamente gli altri. E continuerà a alimentare, in buona o in cattiva fede, queste tragedie che vediamo (spesso solo quando ci conviene) sotto i nostri occhi.
Little Prince(ss)
* Mia mamma mi ha detto che... E' scoppiata la guerra in Libia: i capi del mondo contro Gheddafi
* Pioggia di oppressione, pioggia di libertà
* Con le pinne, il fucile e gli spari: il Mediterraneo e le sue stragi di pacifisti e di migranti
Avevo già in mente di darti del solito barboso lamentone, poi hp fatto un giro nel blog e ho scoperto tanti post interessanti e soprattutto un sacco di proposte concrete e di appelli ben scritti, ben sviluppati e ben gestiti. Quello che ti manca forse è la capacità di fare pubblicità a queste iniziative (alle quali ora aderirò immediatamente), perché senza il commento al blog di Sciltian (sono suo fan ma questa volta ha toppato) io non avrei mai saputo niente!
RispondiEliminaComunque a presto!
Ehhh, quanta verità nelle tue sagge parole... :)
RispondiEliminaDavvero un post "con le palle", le cose nom le mandi a dire e le dici on modo molto preciso. Purtroppo on Italia abbiamo una classe politica di centro e di destra e di sinistra che fa schifo, che pensa solo a parlare male degli altri e a fregare i soldi dei contribuenti, altro che Bersani che dice : "rimbocchiamoci le mani": ma che vada in miniera!
RispondiEliminaDomenico Grandi
totalmente d'accordo.
RispondiEliminaOsservazioni sagge, giuste e reali.
complimentoni per il tuo blog
@ Gianluca: Grazie per aver aderito alle nostre iniziative. Purtroppo non è così facile "fare pubblicità": essendo un blog senza entrate (non ci guadagniamo neppure dieci centesimi), non possiamo neppure acquistare spazi pubblicitari. Ci dobbiamo solo affidare all'interesse di blog e siti nel rilanciare gli appelli, ma l'interesse per certi temi spesso è solo dichiarato ma non praticato...
RispondiElimina@ Miky: Tutto ma "verità" no, dai!
@ Domenico: Tutto ma "con le palle" no, dai! Esprimere il proprio pensiero secondo quel principio di leale collaborazione ben descritto da Clara non ha alcuna connotazione di genere :)
Scommettiamo... ;)
RispondiEliminabel post, come il solito. è vergognosa la politica fatta in questi decenni nei confronti della Libia. è ancor più vergognosa perché fatta in nome dello spreco energetico e del guadagno di pochi ricchissimi quando potremmo fare ben altra politica energetica. mi chiedo però cosa avremmo dovuto fare in questo momento. avremmo dovuto lasciare che Gheddafi riprendesse il controllo del paese? questo sarebbe successo senza l'intervento. la violenza è una cosa rivoltante, sbagliata. ma gli errori (o meglio le azioni schifosamente interessate) di questi anni hanno portato ad una situazione in cui era purtroppo inevitabile. un proverbio orientale dice: "quando i fiori del male sbocciano nel suo giardino, l'uomo saggio si arma degli artigli della tigre". ora bisogna eliminare Gheddafi. poi sarà il momento di battersi perché la politica nei confronti dei problemi migratori, energetici ed economici cambi e divenga davvero "reale" e non bugiarda.
RispondiElimina@ enrico: L'ho ammesso e lo ripeto: non so davvero cosa sia preferibile... Certo, sarebbe stato meglio non proseguire per anni e anni con la nefasta politica estera italiana di destra-centro-sinistra e anche nell'ultimissimo periodo evidentemente la via diplomatica non è stata seriamente tentata. Ma ora che fare?
RispondiEliminaSu una cosa non concordo: non credo che sia necessario ora abbattere Gheddafi e poi rivedere le finalità della politica estera e di sicurezza nazionale. Anche perché è folle, in ogni caso, affidare le redini di una guerra a politici capaci di andare a braccetto per anni e anni con un dittatore e di organizzare con lui lo sterminio di migliaia di migranti.
come al solito Little Princess scrive analisi ampiamente condivisibili e io leggo sempre molto volentieri i suoi post, che tra l'altro faccio girare tra i miei contatti. Purtroppo la politica estera dei governi occidentali è tutta incentrata ad assicurarsi risorse energetiche in grado di farci mantenere il nostro tenore di vita. Ripeto allo sfinimento che noi (occidentali, primo mondo)che siamo solo il 20% della popolazione mondiale consumiamo l'80% delle risorse del pianeta. Questo spiega il fatto che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu e il suo braccio armato che è la Nato interviene a sanare con le guerre le gravi violazioni dei diritti umani, i genocidi, solo quando si tratta di mettere le mani sulle risorse del paese interessato. Ad esempio in Palestina (Striscia di Gaza), dove si perpetua un genocidio che non ha mai fine o in altri luoghi del pianeta dove non esistono risorse energetiche non si interviene a salvare le popolazioni, anzi nel caso della Palestina addirittura si fa un embargo ingiustificato cosicchè la popolazione muore due volte, una per mano israeliana, l'altra per mano del resto del mondo. Non sono d’accordo con il blogger perché è ovvio che con la guerra non si risolvono i gravi problemi delle popolazioni oppresse dai regimi dittatoriali, visto che il 90% delle vittime di guerra sono civili, in massima parte donne, bambini, anziani. Non è radendo al suolo un paese come la Libia che si costruisce qualcosa tantomeno la “democrazia”. La coabitazione sulla Terra sta diventando già un problema ancora prima della carenza di Petrolio e dell’Acqua (le prossime guerre saranno per accaparrarsi le risorse idriche). Per questo bisogna riprendere in mano e sventolare la bandiera della Pace, bisogna lottare non solo per l’abolizione dell’uso del Nucleare e contro la privatizzazione dell’acqua, bisogna che tutti incomincino a credere che c’è un bene comune che è più importante persino delle appartenenze ed è la Pace. Il mondo non è messo bene e sempre meno, contrariamente a quello che si pensa, sono gli Stati che possono fregiarsi del titolo di Stati Democratici.
RispondiEliminaNegli stessi Paesi Occidentali di anno in anno assistiamo ad un arretramento nella difesa dei diritti umani e civili, ad un progressivo imbarbarimento dei rapporti tra Stato inteso come potere costituito e Cittadini. La politica, quella di sinistra, si interroghi su questo. E ponga fine ai suoi errori prima che sia troppo tardi.
Bel post! Peccato averlo letto a 3 anni di distanza!
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