Sciltian Gastaldi: "Farà felice tanti. E allora ben venga" - Matrimonio gay? Sì, lo voglio! (7° parte)

L'introduzione all'inchiesta:
In nome dell'uomo, questo matrimonio s'ha da fare!

Giornalista, italianista, scrittore di narrativa (il suo romanzo più noto è "Angeli da un'ala soltanto"), saggista, autore di uno dei blog gay più conosciuti d'Italia (AnelliDiFum0), Sciltian Gastaldi ha una posizione privilegiata per raccontare e "sentire" la comunità (o l'ambiente, come preferisce dire lui) *qtlgb italiana. Una posizione che sa sfruttare con intelligenza e vivacità, come dimostrano le risposte alle domande che gli abbiamo posto.

* * *

Si avvicina la sentenza della Corte sulla costituzionalità del divieto opposto ai matrimoni tra persone dello stesso sesso: come credi che la comunità stia vivendo questo importante momento? C'è entusiasmo, disillusione, attesa, disinteresse?

Mi pare che il 90-95% della cosiddetta "comunità" glbt (che purtroppo in Italia è più corretto definire "ambiente glbt" proprio per il deficit comunitario) non ne sappia nulla oppure non ne sia proprio interessata. Parlando di quella piccola élite di blogger, giornalisti, militanti, intellettuali glbt che invece seguono questa vicenda con passione, registro un grande senso di attesa e un malcelato ottimismo. Tendo a essere d'accordo con questi ottimisti: mi pare un passo avanti già il mero fatto che la Corte vada a pronunciarsi su questo tema per noi fondamentale, a prescindere da quale che sarà il giudizio.

Se poi vuoi saperla tutta, io mi aspetto una sentenza per noi positiva. Non sono un giurista e quindi potrei sbagliarmi di grosso, ma se leggi la Costituzione agli articoli 2, 3, 8, 29, hai l'impressione che sia difficile sostenere l'inopportunità di registrazione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso e, ancor di più, la trascrizione di quelli officiati all'interno della UE.

Bada che ho citato l'articolo 8 non a caso: ora che la Chiesa Anglicana sta per dichiarare decaduto il bando contro le unioni civili gay perfino all'interno delle sua mura, tra due anni potremmo trovarci nel paradosso canadese: ossia quello di una coppia gay o lesbica, in cui uno dei membri è italiano, che si sposano secondo il rito della Chiesa Anglicana, e poi chiedono la trascrizione del matrimonio religioso a livello civile in Italia. Voglio vedere se si troverà un burocrate italiano che voglia abrogare la libertà di religione garantita dalla nostra Costituzione, dichiarando "inopportuno" o "nullo" un matrimonio della Chiesa Anglicana...


Non tutta la comunità omosessuale, comunque, vede di buon occhio il matrimonio. Molti lo accusano di porre una pietra tombale sulle potenzialità rivoluzionarie dell'omosessualità, decretando la vittoria della "eterosessualità normativa" su valori di libertà che reputano più legati all'omosessualità...

Io penso che dobbiamo essere tutti liberi di essere felici nel modo in cui ciascuno di noi decide di esserlo, a patto che non danneggi il prossimo. Per cui capisco il punto di vista di chi sostiene che il matrimonio sia un simbolo borghese sorpassato. E non vorrei mai che quelli che la pensano così debbano sposarsi per forza! Ci mancherebbe altro! Auguro loro di avere, semmai, la vita più libertina e promiscua e spensierata possibile, se questo è quello che li rende felici.

Il punto è che ci sono moltissime persone lgbt che invece vivono il matrimonio come una cosa diversa e positiva. Come un contratto tra due adulti non consanguinei, certo, che dà diritti civili ed economici, ma anche come una promessa d'amore eterno "finché morte non vi separi", o per lo meno come una promessa d'amore hic et nunc.

In Spagna hanno introdotto il matrimonio a tempo: ci si sposa per 3 anni, per 5 anni, per 10 anni e poi si decide se andare avanti. La società è cambiata molto e una riforma del diritto delle famiglie (al plurale) è necessaria anche in Italia. Per non dire del valore di riconoscimento sociale e ufficiale dell'unione tra due persone: guarda che per tanti anche quello è un elemento fondamentale. Se ne sente il bisogno e la cosa è comprensibile in un Paese omofobico e discriminatorio quale è l'Italia.


Il cosiddetto "matrimonio gay" non piace neppure alla Chiesa e a molti omofobi perché danneggerebbe il valore del matrimonio eterosessuale e la famiglia "tradizionale". Cosa ne pensi di queste accuse?

Rispondo che dipende dalla Chiesa di cui parliamo. In Italia siamo portati a credere che la Chiesa cattolica romana sia l'unica Chiesa esistente, ma, per nostra somma fortuna, non è vero. Ci sono diverse Chiese protestanti che hanno un'opinione opposta a quella di Roma.

Ho citato prima quella Anglicana, ma potrei dirti quella della Metropolitan Community Church di Toronto e, in generale, quasi tutte le Chiese protestanti del Nord America sono alleate della comunità lgbt (lì sì che è "comunità"!) ed espongono la Bandiera Rainbow nelle bacheche interne ed esterne delle loro parrocchie, non so se rendo l'immagine... Questi protestanti hanno uno slogan: "Gesù non avrebbe discriminato i gay. Tu sì?".

Al di là di questo, parliamo di fatti: nei Paesi dove i matrimoni tra coppie dello stesso sesso sono stati approvati da 10 o 15 anni, si è assistito a un aumento dei matrimoni tra coppie di sesso diverso. Quindi è chiaro che le nostre nozze o non hanno nessuna influenza sugli etero che vogliono sposarsi (come ritengo io), oppure spingono la società verso una maggiore compostezza borghese.

Non è detto che sia un bene, ma nemmeno un male. Visto con gli occhi di un marxista, potrebbe essere un male. Ma con gli occhi di un socialdemocratico o di un liberale, è un bene. Non è un caso che negli Usa i difensori del matrimonio gay siano due studi d'avvocato di opinioni politiche opposte: uno è iper-democratico, l'altro è iper-repubblicano.


L'amore è amore, sempre. Ma, secondo te, donne e uomini eterosessuali, lesbiche e gay amano allo stesso modo o seguono modelli, emozioni e impulsi diversi?

Uhm, che domanda difficile... E non mi chiamo nemmeno Alberoni, che almeno lui è convinto d'avere la risposta! Si può provare a rispondere solo con la propria saggezza, sapendo che è assai fallibile.

Io direi che i meccanismi elementari dell'innamoramento sono gli stessi per tutti gli esseri umani e anche forse per alcune specie animali, dai colombi ai pinguini. L'innamoramento è infatti un processo chimico, che si sviluppa nel cervello tramite la produzione di alcune endorfine stimolate da impulsi alquanto imprevedibili: l'odore della persona che si incontra, la sua voce, il suo aspetto estetico che può essere anche molto ma molto lontano dal canone del bello.

Anzi, di solito è proprio questa la regola: ci si innamora non delle persone bellissime, che soffrono un certo pregiudizio tra i non bellissimi: li si immagina inaffidabili, immaturi, vuoti, ma è uno stereotipo, prendi me per esempio! Ci si può poi innamorare di una persona col tempo e non dopo un colpo di fulmine: forse è più raro, ma quando accade tende a essere un sentimento più solido, perché si basa sulla conoscenza un po' più approfondita dell'altro. Questo per l'innamoramento.

Per quanto riguarda l'amore, sarebbe necessario prima definire cosa è. Se lo traduciamo in modo un po' ridicolo in "durata media dei matrimoni", quello credo che cambi da epoca a epoca. Cinquant'anni fa, era impensabile divorziare o separarsi, soprattutto se si era donne. Oggi, è all'ordine del giorno. Ci sono maggiori distrazioni, maggiori possibilità economiche per tutti, è caduto il tabù sociale della separazione e del divorzio, si ha l'impressione di avere sempre più strade davanti e meno voglia di rinunciare a ciò che non si conosce per ciò che si ha tra le mani.

Quindi, l'amore, come fenomeno giuridicamente stabilito, tende a durare di meno. Ma sotto sotto, credo che anche tra i divorziati o rimanga un fondo d'amore oppure rimanga dell'odio. In tutti e due i casi si tratta di sentimenti profondi e molto, molto umani.

Tutte queste parole per dirti che quelli che hanno amato anche una sola persona nella loro vita, ma l'hanno amata sul serio, non finiscono mai di amarla, fino alla loro morte. Poi possono decidere di negarla, ignorarla, dimenticarla, per continuare a vivere in caso che le cose siano andate a esaurirsi. E' un altro naturale meccanismo del cervello: siamo programmati per dimenticare i ricordi che associamo a qualcosa di spiacevole. E non c'è molto di più spiacevole della fine o dell'esaurimento di un sentimento genuino d'amore, per il nostro caro vecchio cervello.


Parlando di matrimoni tra persone dello stesso sesso, si finisce spesso per parlare di adozioni da parte di coppie omosessuali. Molti le vedono come un abominio, ignorando i risultati di seri studi scientifici e il fatto che, anche in Italia, esistono numerosi bambini con due mamme o due papà (vedi l'inchiesta La mamma è sempre la mamma. Anche quando raddoppia). Tu che a questo argomento hai dedicato anche una parte di un tuo libro ("Gay, Diritti e pregiudizi", scritto con Federico D'Agostino) cosa ne pensi?

Che al centro di tutto deve sempre esserci il benessere del bambino adottabile. Il giorno in cui gli studi di demografia o di psicologia infantile potranno rovesciare ciò che dicono oggi, e ci diranno che un cucciolo di essere umano cresce meglio (vale a dire: con meno stress, con più felicità, con minor senso d'abbandono, con più profonde relazioni affettive, con maggior amor proprio, con maggior rispetto, con maggior amore, con maggiori chance economiche, con minori cadute depressive, ecc.) all'interno di un brefotrofio piuttosto che con un singolo genitore adottivo, oppure due, di ugual sesso o di sesso diverso, beh quel giorno ci sarà forse anche una legge che imporrà a tutte le famiglie di cedere la loro prole agli orfanotrofi. Se non erro, era un punto del programma sociale di Platone...

Ma fino ad allora, le cose stanno come dice il buon senso e com'è confermato dai numeri: i bambini crescono meglio con uno o due esseri umani adulti che siano in grado di amarli, rispettarli, difenderli, lasciarli crescere e dar loro una chance. Non in istituti.

In secondo luogo - ma lo ripeto: in secondo luogo - va considerato il diritto alla genitorialità, che appartiene a tutti gli esseri umani e che è parte degli istinti naturali dell'Uomo. Non so quale politico possa, in cuor suo, stabilire quali esseri umani abbiano diritto d'esser genitori e quali no, a parità di comportamenti giuridici. Mi sembra un sostituirsi al giudizio degli uomini, della Natura e di Dio, per chi ci crede.


Little Prince(ss)

Le altre interviste dell'inchiesta:
* Sergio Rovasio: "Ecco come siamo arrivati al 23 marzo"
* Enrico Oliari: "I confetti per le nozze sono quasi pronti"
* Lo sciopero della fame di Francesco e Manuel
* Persio Tincani: "La legge non vieta il matrimonio gay"
* Chiara Saraceno: "Il matrimonio e la famiglia"
* Porpora Marcasciano: "Non si perda la bussola!"
* Dario Gay: "Io ti sposerò e amandoci saremo liberi"

Ti interessa il matrimonio gay? Segui questo ___fil rose___!

Leggi anche:
* Il latte del capezzolo di papà: anche gli uomini possono allattare al seno i propri figli
* Sesso, amore, natura e cultura: ognuno metta nel proprio minestrone gli ingredienti che vuole!

2 commenti:

  1. interessante, anche se chi conosce Sciltian non ha letto nulla che non si aspettasse già :)

    perché non provate ad intervistare anche una lesbica impegnata in politica?
    ovviamente non parlo di Paola Concia quanto piuttosto di Cristiana Alicata (www.cristianaalicata.it)...

    grazie,
    Fabio

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  2. @ Fabio:
    Grazie per il consiglio, ma l'intento di questa inchiesta non è quello di fare campagna elettorale per una candidata (pur bravissima), ma è semplicemente quello di analizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso biologico (nei suoi molteplici aspetti: giuridico innanzitutto, ma anche sociologico, personale, ecc...) attraverso le testimonianze delle persone direttamente coinvolte e di quelle che sono senza dubbio le più esperte sulla questione.

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Il grande colibrì