Porpora Marcasciano: "Non si perda la bussola!" - Matrimonio gay? Sì, lo voglio! (6° parte)

L'introduzione all'inchiesta:
In nome dell'uomo, questo matrimonio s'ha da fare!

Esisteva un tempo - che poi era l'altroieri, in fondo - in cui si diceva che l'immaginazione doveva andare al potere. C'era chi questa frase la proclama e basta - e in genere è finito al potere per reprimere l'immaginazione delle generazioni future. E chi invece l'immaginazione l'ha portata davvero al potere - magari non al potere dell'intera società, ma al potere della propria vita senza dubbio.

Tra queste individualità fuori dal comune, regine dell'immaginazione governate dall'immaginazione stessa, spicca la sociologa Porpora Marcasciano, vice-presidente del MIT (Movimento Identità Transessuale), autrice di capolavori (da "Tra le rose e le viole" a "Favolose narranti", passando per "AntoloGaia", una sorta di autobiografia di un decennio, gli anni '70), una delle personalità più ariose e originali del movimento *qtlgb italiano. L'abbiamo intervistata.

* * *

In un paese immobile come l'Italia, la sentenza della Corte Costituzionale cosa può rappresentare, secondo te?

Per quanto mi sforzi, non riesco a vedere nulla di positivo nell’orizzonte italiano. Conoscendo la situazione immagino il coro di proteste qualora la Corte non riconoscesse l’impedimento: dagli alti pulpiti all’ultima parrocchia, dal parlamento alle famigliole, l’Italietta si farebbe sentire. Peccato che ultimamente si sente solo quella, il simbolo della mediocrità, dell’arretratezza che ci fa sprofondare indietro di secoli.

La palude italiana è diventata maleodorante, non è più concepibile pensare all’Italia come un paese avanzato, democratico, laico… E' un paese molto più vicino a quelli fondamentalisti che a quelli liberi. Per capirsi, lo trovo molto più simile a Teheran che a Bruxelles. Il problema è che tutto questo, come nelle dittature, non è visibile. L’unica mossa riguardo ai diritti glbt resta ferma alla legge 164 del 14 aprile 1982, alla legge cioè che permette il cambiamento di sesso.


Si parla spesso impropriamente di "matrimonio gay", ma riconoscere la legittimità del matrimonio tra persone dello stesso sesso biologico permetterebbe la celebrazione di matrimoni eterosessuali con un coniuge transessuale "non operato" e consentirebbe la sopravvivenza dei matrimoni celebrati da transessuali prima dell'operazione di rettificazione del sesso, operazione che oggi comporta l'annullamento automatico del matrimonio, senza tenere conto della volontà dei coniugi...

Nel nostro paese il dibattito è viziato di fondo e questo non permette di confrontarsi con le questioni in maniera corretta. Sollevare questioni come queste significherebbe mettere in discussione anche quel poco che abbiamo ottenuto perché, a differenza di altri paesi, qui la conquista dei diritti non è mai definitiva perché questi vengono rimessi continuamente in discussione. Un paese che non riesce o non sa dare risposte è un paese ignorante, un paese che non riesce a rapportarsi con i tempi è in affanno, è malato.

Siccome io ributto al mittente tutte le accuse che ci fanno, dico che rispetto alle unioni civili o al matrimonio si percepisce una perversione di fondo della politica, della religione e della cultura italica, perché non riconoscere affetti e amore significa essere perversi, chiusi... immorali!


Negli ultimi anni si ha l'impressione che il movimento *qtlgb si sia 
trasformato in un movimento a favore delle coppie gay e lesbiche: se 
il matrimonio è stato giustamente l'obiettivo principale di 
associazioni specializzate come Certi Diritti e Rete Lenford (che tra 
l'altro hanno ottenuto risultati eccezionali), il tema dei diritti 
della coppia sembra aver monopolizzato l'attenzione e l'azione anche 
delle associazioni più "generaliste" (che tra l'altro non hanno 
ottenuto granché)...

Per me che milito nel movimento dagli anni '70 è normale vedere un appiattimento nelle rivendicazioni glbt, un ridimensionamento delle sue istanze. Ma è pur vero che se un diritto specifico non ti viene riconosciuto è proprio su quello che si concentra attenzione ed energie. Non credo nel matrimonio e neanche nella famiglia, ma credo nel diritto di scelta di ognuno: tutti hanno diritto alla felicità e se questo coincide con una coppia, un matrimonio ecc..., è giusto che venga riconosciuto.

Chiaro che negli ultimi 30 anni la realtà è cambiata rispetto a un prima in cui si era negati, ma credo sia sotto gli occhi di tutti che dopo la spinta iniziale si è persa molta di quella carica creativa e propulsiva. Oggi ci siamo avvitati più sulla difesa che sulla rivendicazione e questo è un chiaro segno dei tempi. Per me quello che succede oggi era chiaro già nel passato. Siccome non era chiaro per tutti si è sottovalutato il problema, era invitabile arrivare a un impasse come quella odierna. Sono effetti di cause che stanno a monte, nel DNA della cultura cattolica e che noi tutti paghiamo.







Dicendo che non credi nel matrimonio, ma difendendo il diritto al matrimonio, compi una distinzione importante tra matrimonio come diritto (da difendere) e matrimonio come istituzione (magari da criticare). In passato il movimento additava il matrimonio come soluzione normalizzatrice, omologante, contraria alla favolosa rivoluzione frocia. Oggi sembra che gli intellettuali *qtlgb non abbiano nulla da dire oltre all'ovvia osservazione che tutti devono godere degli stessi diritti. Certo, non si chiede che gli intellettuali diano "l'esempio", ma almeno qualche spunto di riflessione più approfondito...

Anche gli intellettuali hanno perso mordente, non risentono più di quella spinta creativa e libertaria che ha caratterizzato il '900. Oggi ci si concentra più sulle cose concrete, che significa cose normali, che significa anche blocco/fine dell’immaginazione - quella che si voleva al potere - per restare sulla terra, che fino a prova contraria è la terra dei normali e cioè la terra del veteropatriarcato. Non so se è chiaro!



Un'ultima domanda un po' fuori tema. L'ultima volta che i media hanno 
parlato di persone transessuali è stato in occasione del cosiddetto 
"scandalo Marrazzo", una vicenda usata per riproporre i soliti rozzi 
stereotipi. Come fronteggiare 
attacchi così violenti?

E’ difficile dire come comportarsi perché siamo così schiacciati da un sistema mediatico di merda che trovare risposte è molto difficile. Bisogna solo non perdere la bussola, la rotta della liberazione, e cercare per quanto è possibile di tenere la testa fuori dalla latrina.


Little Prince(ss)

Le interviste dell'inchiesta:
* Sergio Rovasio: "Ecco come siamo arrivati al 23 marzo"
* Enrico Oliari: "I confetti per le nozze sono quasi pronti"
* Lo sciopero della fame di Francesco e Manuel
* Persio Tincani: "La legge non vieta il matrimonio gay"
* Chiara Saraceno: "Il matrimonio e la famiglia"
* Sciltian Gastaldi: "Farà felice tanti. E allora ben venga"
* Dario Gay: "Io ti sposerò e amandoci saremo liberi"

Ti interessa il matrimonio gay? Segui questo ___fil rose___!

Leggi anche:
* Brenda e le migliori armi del delitto: le parole
* Ama te stesso come il prossimo tuo: orgoglio, libertà e rispetto sfilano al Genova Pride 2009

Nessun commento:

Posta un commento

Il grande colibrì