In nome dell'uomo, questo matrimonio s'ha da fare! - Matrimonio gay? Sì, lo voglio! (intro)

"Qual è l'animale che al mattino avanza con quattro zampe, a mezzodì procede con due e quand'è sera cammina con tre?". Sta tutta nella domanda della Sfinge ad Edipo la questione. Si nasce, si cresce, si invecchia e si muore. E nel frattempo si mangia, si caga, si ama e si dorme. E' tutta qui l'essenza di un essere umano. Un uomo è un uomo è un uomo è un uomo, esattamente come una rosa è una rosa è una rosa è una rosa, per dirla alla Gertrude Stein. E' inutile girarci attorno, come è inutile tentare di far tacere tutto quello che il solo citare l'essere umano evoca alla mente.

Perché la vita dell'essere umano è tutta lì - si nasce, si cresce, si invecchia e si muore -, il resto - il come si nasce, si cresce, si invecchia e si muore - sono dettagli, sfumature d'esistenza. Sfumature essenziali e preziose, certo, che danno senso, grandezza e bellezza alla vita dell'essere umano, ma che non prescindono comunque mai dalla comune essenza.

Ed è in nome di questa essenza, in nome di quell'essere con quattro e due e tre zampe, che guardiamo con determinazione alla sentenza del 23 marzo con cui la Corte Costituzionale ci dirà se in Italia è legittimo negare alle coppie dello stesso sesso biologico il diritto a sposarsi. La Corte potrà dire che tutti possono sposarsi, perché un uomo è un uomo è un uomo è un uomo. Oppure al "qual è...?" della Sfinge potrà rispondere che boh, non lo sa, non conosce questo essere, che non esiste diritto ma solo privilegio, che lesbiche e gay non possono sposarsi. E la Sfinge continuerà a fare strage di Tebani.

Proprio perché è in gioco la Tebe della convivenza civile, la Tebe del riconoscimento della nostra comune umanità, è importante capire in profondità di cosa stiamo parlando. Capire la sentenza, il matrimonio, il diritto, capire noi stessi. E per capire davvero abbiamo ascoltato alcuni testimoni di grande rilevanza.

Capiremo come si è arrivati alla sentenza del 23 marzo con Sergio Rovasio, segretario di Certi Diritti, l'associazione grazie alla quale è stato possibile tutto ciò, e con Enrico Oliari, uno dei due "sposi negati" protagonisti del processo da cui è scaturito l'attuale ricorso alla Corte Costituzionale. Capiremo perché Francesco Zanardi e il suo compagno Manuel Incorvaia hanno dato vita a uno sciopero della fame per poter esercitare il proprio diritto a sposarsi.

Entreremo anche in questioni più "tecniche", ma non meno essenziali. Capiremo cosa afferma davvero la legge con Persio Tincani, professore di filosofia del diritto; capiremo che cosa sono la famiglia e il matrimonio (e la famiglia e il matrimonio "omosessuali") con la più importante sociologa italiana, Chiara Saraceno. Capiremo qual è il punto di vista di Porpora Marcasciano, una delle voci più radiose e favolose dell'attuale panorama *qtlgb italiano.

E poi ancora sentiremo lo scrittore e blogger Sciltian Gastaldi e Dario Gay, il cantante di "Ti sposerò", il brano che per molti dovrebbe essere l'inno ufficiale del movimento a favore del riconoscimento del diritto al matrimonio per le coppie dello stesso sesso biologico. E termineremo con l'attore pornografico Brent Everett che ci racconterà il suo matrimonio canadese con il collega Steve Pena. Perché un uomo è un uomo è un uomo è un uomo, anche quando fa la pornostar.

Little Prince(ss)

Le interviste dell'inchiesta:
* Sergio Rovasio: "Ecco come siamo arrivati al 23 marzo"
* Enrico Oliari: "I confetti per le nozze sono quasi pronti"
* Lo sciopero della fame di Francesco e Manuel
* Persio Tincani: "La legge non vieta il matrimonio gay"
* Chiara Saraceno: "Il matrimonio e la famiglia"
* Porpora Marcasciano: "Non si perda la bussola!"
* Sciltian Gastaldi: "Farà felice tanti. E allora ben venga"
* Dario Gay: "Io ti sposerò e amandoci saremo liberi"

Ti interessa il matrimonio gay? Segui questo ___fil rose___!

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2 commenti:

  1. chissà se questa sentenza renderà tutti un pò più liberi di fare quello che si vuole

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  2. Io ho smesso di crederci da tempo. Non ho alcuna fiducia nelle nostre istituzioni. L'Italia è un paese cattofascista.

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Il grande colibrì